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mercoledì 13 febbraio 2013

precursori (3)

L'articolo precedente di questa serie si concludeva con il parere di Kubrick su alcuni dei film di fantascienza che aveva visionato nella fase di pre-produzione di 2001: odissea nello spazio. Poichè si è detto spesso, e a ragione, che il cinema di fantascienza si divide storicamente in due fasi, prima di 2001 e dopo 2001, è il momento giusto di introdurre una rapida rassegna storica sul genere.

La fantascienza nasce praticamente con il cinema stesso: il famoso Viaggio nella luna di Georges Méliès (immortalato nel recente Hugo Cabret di Martin Scorsese) è del 1902, e la sua importanza tout-court non può essere sottovalutata, visto che si tratta di un lavoro che in soli 15 minuti introduce per la prima volta tecniche come la dissolvenza, oltre ai primi esempi di una certa sofisticazione del montaggio e - ovviamente! - degli effetti speciali.

 Viaggio nella luna (1902)

Nonostante ciò, per lunghi anni sono pochissimi gli esempi di film del genere che riescono ad uscire dall'anonimato, come già ricordato in precedenza. Uno di questi è La donna nella luna (Fritz Lang, 1929) che condivide con 2001 l'ambizione di anticipare il volo interplanetario come una cronaca documentaria. Tale osservazione assume importanza se ricordiamo l'intenzione dichiarata da Kubrick, in diverse occasioni, di fare di 2001 un "documentario mitologico".

 La donna nella luna, 1929 (fonte)

Un pò come in 2001, per La donna nella luna il regista Fritz Lang si avvale della consulenza dei migliori scienziati del tempo: Hermann Oberth, uno dei padri della missilistica, e Willy Ley, scrittore e sostenitore dell'esplorazione umana dello spazio. Il film è tecnicamente avanzato (vi si trova il primo esempio di conto alla rovescia e la prima presentazione dell'assenza di peso nello spazio) ma nonostante questi tentativi di veridicità,la vicenda risulta stucchevole e melodrammatica.

Per quanto riguarda i classici del periodo anteguerra esiste documentazione di giudizi precisi di Kubrick su almeno due film: il primo è La vita futura (Things to come, 1936) e il secondo è il classico Metropolis (1927).

Things to come, di Alexander Korda e William Cameron Menzies, condivide con 2001 la caratteristica di avere uno sceneggiatore d'eccezione: nientemeno che H.G. Wells, il famoso autore de La guerra dei mondi. Lo scrittore ebbe campo libero nella realizzazione del film, cosa all'epoca piuttosto inusuale; forse come conseguenza dello scontro con i registi e i produttori, il film ebbe - come 2001 - una lavorazione travagliata (scene girate e poi tagliate in fase di montaggio; colonna sonora scritta su misura ma poi troncata e rimaneggiata) ed è ricordato, oggi, sopratutto per delle impressionanti scene in cui si mostravano devastanti bombardamenti aerei di una immaginaria città britannica; scene che si avverarono, purtroppo, solo pochi anni dopo, con la Seconda Guerra Mondiale.

La vita futura, 1936 (fonte)

Kubrick vide il film su suggerimento del co-sceneggiatore di 2001, il famoso scrittore di fantascienza Arthur Clarke; la sua reazione fu decisamente negativa:
"Cosa stai cercando di farmi? E' l'ultima volta che vedo un film raccomandato da te!"
..parere confermato dall'assistente Anthony Frewin che ci ricorda come il regista avesse considerato il film
"politicamente semplicistico e moraleggiante, nonostante ne ammirasse gli effetti speciali".
Curiosamente, due giovani artisti che collaborarono alla realizzazione degli effetti di Things to come, ovvero Wally Veevers e Tom Howard, lavorarono, trent'anni dopo, proprio per 2001 (Veevers era già stato supervisore agli effetti speciali per Il dottor Stranamore e in un film di fantascienza inglese, La terra esplode, 1957.)
Per i curiosi, Things to come è visionabile integralmente qui.

Il secondo e ultimo film di fantascienza su cui Kubrick si esprime è il classico Metropolis, capolavoro del cinema muto, dello stesso regista di La donna nella luna ovvero Fritz Lang. Capostipite del genere di fantascienza con ambientazione urbana di cui Blade Runner sarà il degno epigono, il film è - secondo Kubrick, sempre nei i ricordi di Anthony Frewin
"nonostante la scenografia fantasiosa e la buona arte cinematografica, essenzialmente stupido".
 Metropolis, 1929

Per amor di completezza, è giusto concludere questo excursus con un ultimo film visionato e di cui abbiamo testimonianza, anche se solo in una fonte (la biografia di John Baxter): il micidiale Attack of the 50 Ft. Woman, del 1958, non uscito in Italia (ma di cui è uscito un remake nel 1993: Una donna in "crescendo".)

Per capire di che film si tratta basta vedere la locandina qua sotto. Mentre Arthur Clarke, che non aveva visto troppi film del genere ed era evidentemente di bocca buona, riuscì ad appassionarsi anche a questo, durante la proiezione Kubrick si limitò a rintanarsi nella lettura del suo giornale.


Giunti a questo punto si impone un nuovo riepilogo, così come abbiamo fatto nell'articolo precedente.
  1. Kubrick, cinefilo onnivoro e scrupoloso, vide, per prepararsi alla realizzazione di 2001, praticamente ogni film di fantascienza mai fatto, senza farsi mancare i più oscuri film giapponesi e i più ingenui rappresentanti del genere;
  2. Di nessuno di questi il regista newyorkese ricavò un'impressione particolare; di quasi tutti pensò che le tecniche usate fossero inadeguate o che non fosse stata data abbastanza attenzione alla trama, e dei pochi su cui si espresse rilevò alcune buone soluzioni tecniche ma scarso acume nella sceneggiatura.
Insomma, sembra che per il suo scopo - ovvero realizzare il "proverbiale buon film di fantascienza", come scrisse ad Arthur Clarke nel 1964 - e per sviluppare le necessarie soluzioni tecniche d'avanguardia, Kubrick abbia dovuto rivolgersi altrove. E' un "altrove" che esploreremo nei prossimi articoli della serie, e che comincia sorprendentemente molto vicino a dove Kubrick e Clarke stavano buttando giù le linee guida del progetto che sarebbe poi diventato 2001: a New York.

Fonti: Interviste extraterrestri, Isbn Edizioni, Milano 2006, p. XII; Walker, Taylor, Ruchti; Stanley Kubrick, Director: A Visual Analysis, W W Norton & Co; 2000, p.241; J.Baxter, Stanley Kubrick: la biografia, Lindau, Torino, 1999, p.243; Giuseppe Lippi, 2001: Odissea nello spazio, Dizionario ragionato, Le mani, Genova 2008, pp.17 e 63; Piers Bizony, 2001 filming the future, Aurum Press, 2000; Vincent LoBrutto, L'uomo Dietro la Leggenda, Il Castoro, 2008; p.282; G.Phillips, R.Hill, The Encyclopedia of Stanley Kubrick, Facts on file, 2002, p.306; R.Kolker, A cinema of loneliness, Oxford U.P., 2000, pp.7 e 72.

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