L'attrice appare nel film in uno schermo televisivo della Discovery, mentre Frank Poole, che si sta abbronzando su un lettino UVA, riceve gli auguri di compleanno registrati dai suoi genitori sulla terra. [Il lettino abbronzante non era a puro beneficio estetico degli astronauti: durante le ricerche per la realizzazione del film era stato ipotizzato che gli stessi, così a lungo assenti dalla superficie terrestre, avrebbero dovuto assumere una certa quantità di vitamina B in modo artificiale.]
Grazie a Rusty White per il permesso di tradurre l'intervista, di cui riporto il brano dedicato all'esperienza sul set di 2001. Il blog di Rusty è raggiungibile qui: http://rustywhitesfilmworldobituaries.blogspot.it/
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C'è stato un casting che cercava attrici americane a Londra. Vivevo lì con mio marito all'epoca, così mi sono detta, perchè no.
Ha interpretato uno dei genitori degli astronauti in una videochiamata interplanetaria, no?
Sì. Beh, Kubrick era un vero idiota ['jerk' nell'originale inglese, ndt]. Ecco cosa succede a dare carta bianca ad un regista. Aveva assunto due coppie di "genitori". Io ero l'attrice di riserva. La parte non era nella sceneggiatura, così disse ai due attori titolari di scriversi le parti a pranzo. L'hanno fatto; l'attrice che era stata scelta ha letto la parte così come l'aveva scritta. Kubrick l'ha licenziata e ha detto: "Mi piace di più quell'altra".
E "quell'altra" era lei?
Ero io. Mi chiamavano così [Nè la madre nè il padre di Poole hanno un nome nella sceneggiatura, ndt]. Beh, ho preso le battute, ho cominciato a provare e poi a girare. Era difficile perchè eravamo seduti fianco a fianco ma recitavamo battute a cui nessuno rispondeva. Inoltre la mia conversazione e quella dell'altro attore [il padre di Poole, l'attore Alan Gifford, ndt] non erano in relazione tra di loro. E Kubrick continuava a cambiare le battute. Poi l'attore [sempre Gifford, ndt] salta su e dice che ha un'idea per delle battute nuove; e Kubrick gliele fa provare. Tra me e me pensavo, "Tienitele per te le tue idee!"
Abbiamo ripetuto la scena 21 volte, e Kubrick le ha stampate tutte. Ai vecchi tempi i registi non stampavano mai tutte le riprese. Kubrick ha stampato tutte le 21 riprese di una scena minuscola che durava pochi secondi. E voleva continuare ancora, quando ad un certo punto ho detto "Ne hai fatte abbastanza, me ne vado". E me ne sono andata. 21 volte, ridicolo.
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la scena della videochiamata, con uno spaparanzatissimo Gary Lockwood
L'intervista si commenta da sola... ricordiamo che è datata 2001, quindi è avvenuta dopo la scomparsa del regista (deceduto nel 1999), il che può aver rilasciato un pò i freni inibitori dell'anziana attrice (nata nel 1925). Fra l'altro la Gillis si era ritirata dalle scene giovanissima, quindi tornare su un set cinematografico dopo quasi vent'anni (per una decade si era dedicata solo a lavori in televisione) e proprio con uno come S.K. dev'essere stato uno shock non da poco.
Ma a parte le gag, è significativo che la Gillis faccia in qualche modo capire che la scena non fosse prevista nella sceneggiatura originale (gli attori si sono scritti le loro battute).
In realtà durante quella scena il padre di Frank Poole, l'attore Alan Gifford, fa un curioso riferimento a degli aumenti di pensione o di
stipendio che non sembrano avere molto senso in quel contesto; ma pochi
giorni fa, leggendo una delle versioni preliminari della sceneggiatura
che circolano sul web e datata ottobre 1965, mi sono accorto che quella frase che sembra
buttata lì assume un senso completamente diverso. Di sicuro quella scena non era stata improvvisata dagli attori: capiremo perchè molto presto, in un nuovo
articolo.
Fantastica! A qualcuno non troppo esperto del modus operandi di K le dichiarazioni della Gillis possono far storcere il naso, ma a noi... ;-)
RispondiEliminaDavvero interessante e complimenti sinceri per il blog.
Ciao!
Marco
Ciao Marco, grazie mille! Effettivamente non dico che avrebbe dovuto ringraziare di poter inventarsi delle battute, ma quasi! :-)
RispondiEliminaBel colpo, Simo.
RispondiEliminaTroppo gentile Fil. E' stato bravo quel Rusty White a preservare l'opinione della Gillis. Magari era una brutta giornata.
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