Ma chi avrebbe pensato che ancora nel 2013 ci potesse essere tanto materiale ancora inedito sul capolavoro di Stanley Kubrick? L'esempio più recente è dell'anno scorso, quando senza particolari annunci esce per la casa editrice Apogee Prime il libro 2001: The Lost Science, che è per l'appassionato delle cose 'tecniche' di 2001 l'equivalente di uno scrigno pieno di gioielli trovati per caso nel giardino. L'autore è Adam Johnson, ingegnere aerospaziale e consulente per gli archivi dello U.S. Space and Rocket Center a Huntsville, Alabama.
Hunstville, cittadina dove l'esercito americano installò Wernher Von Braun dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, è ora sede di uno dei musei dedicati allo spazio più importanti d'America: il citato U.S. Space and Rocket Center, dove è conservata dal 1989 la collezione di documenti e l'archivio di Frederick I. Ordway III, il principale consulente scentifico di 2001: Odissea nello spazio. Adam Johnson ha lavorato per due anni alla catalogazione e riordino della donazione, aiutando lo staff del museo a distinguere il materiale appartenente a 2001.
Kubrick con Fred Ordway sul set di 2001 (fonte) Copyright Ordway Collection at U.S.Space & Rocket Center.
Adam è stato così gentile da fare quattro chiacchere col sottoscritto riguardo al film e al libro.
"Ho visto per la prima volta 2001 nel 1970, proiettato nello splendido formato 70 millimetri. Ero molto giovane, ma la visione delle navi spaziali ha fatto velocemente nascere in me la passione del modellismo. Pensavo che il film fosse un documentario; era (ed è ancora) estremamente realistico. Ho capito che volevo lavorare nel mondo della scienza." Johnson è infatti conosciuto dalla comunità di fan del film e di modellisti per i suoi modelli estremamente dettagliati, che si possono vedere qui.
"Ho proposto allo Space and Rocket Center l'idea di un libro quando (organizzando il materiale della collezione Ordway, ndr) ho realizzato di essere capitato per caso in una miniera di informazioni che doveva essere messa a disposizione del grande pubblico. Ci sono voluti due anni per ottenere i diritti per riprodurre tutto; il libro ha quindi ha preso diverse forme in questo lasso di tempo, finché ho deciso che dovesse essere solo una documentazione del lavoro scientifico che Fred (Ordway, ndr) realizzò per Kubrick, invece che un libro di opinioni - come doveva essere all'inizio del progetto. Il libro, come il film, può essere interpretato in diversi modi; è semplicemente la documentazione di un pezzo di storia."
Il libro ha dimensioni piuttusto inusuali per un progetto del genere: si tratta di un volume di 112 pagine dal formato decisamente extralarge (40 centimetri per 30), completamente illustrato a colori e in bianco e nero. Praticamente tutte le immagini sono inedite e rappresentano principalmente i modelli usati da Kubrick per realizzare le scene nello spazio, perciò ci sono molte foto dei modellini dello shuttle Orion III, dello shuttle lunare Aries IB, della stazione spaziale, della base lunare di Clavius, oltre che immagini assolutamente inedite dei satelliti orbitanti che si vedono nella prima scena spaziale.
le dimensioni del libro confrontate con un noto quotidiano (preso in un giorno a caso)
L'apparizione di alcune di queste piattaforme satellitari (non presenti nel film) è una delle sorprese del libro che mi hanno colpito di più: Johnson spiega che "Nel libro The Lost worlds of 2001 Arthur Clarke ha pubblicato alcuni delle sceneggiature scartate in fase di realizzazione del film; bene, alcuni dei satelliti che vediamo nel libro erano inclusi nella narrazione". Infatti in alcune delle sotto-trame ipotizzate da Clarke venivamo a conoscere che gli astronauti della Discovery erano veterani dello spazio reduci da missioni in orbita attorno a Venere o su Marte; nel libro di Johnson appare appunto una foto di uno di questi laboratori orbitanti.
Il semplice fatto che alcuni di questi modellini siano stati costruiti e forse anche ripresi la dice lunga sullo stato di "casino organizzato" che regnava nella produzione di 2001; le riprese con gli attori sono cominciate nel dicembre 1965, ma quelle dei modellini solo a fine '66; a quell'epoca, però, la sceneggiatura era ormai definitiva e non citava in nessuna parte la vita degli astronauti della Discovery prima di andare a bordo della Missione Giove.
In un altra immagine inedita vediamo la spiegazione di come l'Orion possa entrare in orbita: in modo del tutto simile alle prime versioni ipotizzate dello Space Shuttle la navetta era posata su un vettore che si sganciava dopo aver raggiunto la velocità e l'altitudine necessaria. Non è un caso: "Molti dei concetti e dei disegni poi utilizzati dal programma spaziale NASA sono stati elaborati allo Space and Rocket Center negli anni '50 e '60, e sono serviti come ispirazione a Harry Lange e Anthony Masters" (il primo era l'altro principale consulente tecnico di Kubrick; il secondo era lo scenografo del film).
Un altro modellino mai utilizzato nel film e che vediamo in costruzione nel libro è il modello del Titov V, l'equivalente sovietico dello shuttle Orion della Pan-Am: Johnson ricorda che "Il modello della Titov era completo solo per 3/4 e Kubrick a questo punto lo volle come 'riempitivo' nel negozio della Hilton che vediamo nel film nelle scene della stazione spaziale. Nello stessa scena si vede un prototipo di legno di 45 cm. dell'Orion." Qualche immagine del modello riprodotto da Johnson è disponibile nel suo blog, mentre ecco una foto di scena in cui si vede il negozio con tutti i modellini, bambole degli astronauti (!), rocce lunari (Il Titov è quello più a destra):
La maggior parte del libro è dedicato alla Discovery I, la nave che porta gli astronauti verso Giove, che vediamo in tutti i suoi aspetti di progettazione e costruzione (compresa le docce e i servizi igenici, che del resto dovevano pur essere da qualche parte!)
alcune delle immagini del modello della Discovery in costruzione
Un altro aspetto che mi ha colpito è la presenza profonda della ditta Honeywell sul set della Discovery: molte delle attrezzature utilizzate nel film portano il marchio con la H, ma diversamente da altre marche, che vengono riprese più volte e appaiono con una certa preminenza (IBM, Pan-Am, Hilton, Howard Johnson's) il logo della Honeywell, che era anche uno dei fornitori della NASA nel programma Apollo, non appare mai nel film definitivo. A questo proposito Johnson ricorda che "le ditte vennero contattate da Ordway a soli fini di consulenza; in cambio era stata garantita pubblicità, ma era Kubrick che aveva la parola definitiva per dove posizionare la cinepresa..."
L'aspetto singolo più impressionante del libro è il restauro curato da Johnson delle cianografie e dei disegni originali del team che costruì i modellini del libro: "Il lavoro è durato un anno, e ne ho ancora 50 da completare e pubblicare. Ho intenzione di continuare a pubblicarli man mano che saranno disponibili; infatti altri due libri sono in lavorazione in questo momento, e per uno di questi sono una sorta di co-autore, anche se per adesso non posso dare maggiori dettagli."
uno spettacolare esempio dei restauri eseguiti da Adam Johnson sule cianografie originali
Tutto il libro è accompagnato dalle didascalie e documenti originali di Fred Ordway, che sempre secondo Adam Johnson "è un tipo allegro e simpatico; è tuttora attivo come consulente aeronautico e sono colpito dal fatto che consideri 2001 come la parte migliore della sua vita, e che ami raccontare le sue esperienze sul set. Sono onorato di portare avanti la sua eredità".
Un ultima curiosa osservazione: molti di voi avranno notato come, nella navetta sferica che porta il Dottor Floyd dalla Stazione Spaziale alla Luna, la hostess compie un giro di 180° per raggiungere la cabina di pilotaggio... che però appare dall'esterno come collocata perpendicolarmente, cioè a 90°, rispetto al piano passeggeri (in cui Floyd mangia, dorme e riceve la visita del comandante).
disegni di Agostino Ambrosio dal suo blog
Adam Johnson conferma che la scena è stata concepita di proposito in questo modo, e che non si tratta di un errore: "Kubrick non si è interessato che la ripresa fosse coincidente con i piani originali della navetta: il set con la cucina Whirlpool e il passaggio 'circolare' è stato costruito esclusivamente per scopi scenografici, mentre Masters e Ordway l'avevano concepito come parte del piano inferiore, sotto alla sezione passeggeri, quello con l'entrata alla nave". E' una bella conferma di come Kubrick non fosse poi troppo fissato, anche se estremamente attento, riguardo alla questione del realismo estremo del film; il regista era ben disposto a sacrificarlo per una scena con un potenziale spettacolare più alto.
Ci sarebbero diversi altri aspetti spettacolari del libro che potremmo analizzare; alcuni sono citati in modo esauriente nella recensione di Filippo Ulivieri su Archiviokubrick.it; per esempio il DVD incluso con il libro. Altre belle immagini del libro sono disponibili a questi indirizzi: i blog scalemodelnews.com e cookie2001.exblog.jp e il forum propsummit.com.
Non voglio dilungarmi oltre ma credo di aver dato un'idea sufficiente di un'opera che entra di diritto nello scaffale dell'appassionato di 2001 di fianco a Moonwatcher's Memoir di Dan Richter e 2001: filming the future di Piers Bizony. Ringrazio Adam Johnson per la sua essenziale opera di restauro, conservazione e pubblicazione di un materiale che è parte integrante della storia del cinema, e invito gli interessati ad acquistare il volume dal sito ufficiale della casa editrice.
Affascinante. Peccato non essere un ingegnere! Tutta la mia esperienza di disegno "serio" si limita alle applicazioni tecniche che facevo alle scuole medie...
RispondiEliminaThose of you interested in 2001 will be glad to know about a book I produced for The MIT Press, to be released in the next ten days. It’s called:
RispondiEliminaMarketing the Moon: The Selling of the Apollo Lunar Program by David Meerman Scott and Richard Jurek, foreword by Capt. Eugene A. Cernan (the last man to walk on the Moon) http://mitpress.mit.edu/books/marketing-moon http://www.amazon.com/Marketing-Moon-Selling-Apollo-Program/dp/0262026961 http://www.marketingthemoon.com
It contains some three hundred period images, including all kinds of advertising and PR material, as well as some key documents that have never been seen before. One item of direct relevance to this thread is a handwritten note by Tom Turner to Stanley Kubrick and Arthur C. Clarke (with Kubrick's handwritten reply), showing the relationship of Kubrick and Clarke to Julian Scheer, the head of the NASA Public Affairs Office at the time 2001 was in the works, as well as the relationship of some others, including Frederick Ordway, involved with both NASA operations and the film.
You won’t be disappointed!
It's already in my Amazon wish list! :-D Thanks for sharing, I really look forward to read the book.
Elimina