giovedì 26 settembre 2013

pubblicizzare '2001' - adverts for '2001'

Early advert, Variety, 1967. The font used is not the one that will feature in later ads.


Official poster, 1968


1968 press ad


Italian premiere ad, january 1969


New York Times, December 1968


After a couple of weeks, Kubrick felt that the audience could use some guidance:




venerdì 20 settembre 2013

Intervista con Jan Parker, artista sul set di '2001'

(english version here)

Qualche tempo fa, leggendo questo ottimo blog (purtroppo non più aggiornato), ho scoperto l'autore di una anonima illustrazione che avevo già visto nell'ultima pagina del magnifico libro di Piers Bizony 2001: Filming the Future (già da me recensito qui):

 Stanley Kubrick, di Jan Parker (fonte)

Si trattava di lavoro fatto da uno degli artisti incaricati da Kubrick di realizzare illustrazioni sul set di '2001': Jan Parker, nato in Inghilterra nel 1941, autore di caricature dei familiari a soli 4 anni, diplomatosi alla Willesden School of art di Londra, ha avuto una carriera di successo come fumettista, illustratore e pittore, trasferendosi successivamente a New York e quindi alle Hawaii.

 Jan Parker (da www.saatchionline.com)

Il Signor Parker è stato così gentile da concedermi un'intervista riguardo alla sua esperienza sul set del nostro film preferito, ed eccola qui.

* * * 

Nel 1966, a soli 25 anni, Lei era già un artista riconosciuto, con la pubblicazione di illustrazioni e fumetti su diversi libri e giornali europei. Com'è nato il suo coinvolgimento con '2001: Odissea nello spazio'?

Dopo essere tornato, nel 1963, in Inghilterra dalla Danimarca - in cui mi ero trasferito con la famiglia - il mio amico artista Wilson McLean mi introdusse alla Artist Partners, un'agenzia di artisti di Londra. Mostrarono in giro il mio book e cominciai ad ottenere commissioni per copertine di dischi e di libri, illustrazioni per periodici e pubblicità.

I collaboratori di Kubrick devono aver contattato la A.P. e chiesto di vedere esempi di diversi artisti, dev'essere così che io e l'altro illustratore Brian Sanders ottenemmo il lavoro. Un giorno ricevetti una telefonata dagli studi cinematografici di Pinewood; un tizio con l'accento americano disse di essere Roger Caras, il coproduttore di Stanley Kubrick, e mi chiese se fossi interessato a venire nel suo ufficio per parlare del lavoro di illustratore sul set di '2001'.

Roger Caras, vice-presidente della Polaris productions inc., la compagnia creata da Kubrick per la realizzazione di '2001' (da youtube)

Caras era una persona splendida, uno di quei personaggi da film, tipo "produttore hollywoodiano col sigaro". Ci andai molto d'accordo, lui e sua moglie, in seguito, vennero a cena nel nostro appartamento di Londra diverse volte. Mi disse che la produzione aveva invitato diversi autori, scrittori e fotografi per documentare la produzione di quello che pensavano sarebbe stato un film destinato a fare storia. Uno dei fotografi che vennero invitati fu Lord Snowdon, il marito della Principessa Margaret.

Quale fu il compito specifico che Le fu richiesto? Aveva delle aspettative particolari al riguardo?

Caras mi offrì una cifra fissa (non mi ricordo quanto) per visitare il set un paio di volte e produrre disegni e quadri che sarebbero stati usati per scopi pubblicitari o per la collezione privata di Kubrick, e la cosa mi andava bene così.

Conosceva già Kubrick o lo sceneggiatore e scrittore Arthur Clarke?

La fantascienza mi interessava già, avevo anche realizzato diverse copertine per la casa editrice specializzata Signet, ma non li avevo mai incontrati di persona prima (fra l'altro non ho mai visto il Signor Clarke sul set); avevo però ammirato il film di Kubrick 'Spartacus'. Mi piacevano i film cosiddetti d'essai: Bergman, Kurosawa, Pasolini (che bello 'Il Vangelo secondo Matteo'!) e molti altri film francesi e italiani.

Ho letto su Saatchionline che Kubrick diventò un collezionista di suoi dipinti. Qual'è il suo ricordo del famoso regista?

Sì, mi hanno detto che Kubrick è diventato un collezionista di miei lavori, ma io lo incontrai di persona sul set solo una volta, quando fummo presentati insieme ad altre persone. Era seduto con le figlie sulle ginocchia (l'unica volta che l'ho visto sorridere). Mi ricordo di avere fatto fotografie e ritratti di tutti e tre. Non l'ho più incontrato di persona dopo, solo sul set. Mi è sembrato una bella persona, di buone maniere, parlava con un tono dolce. Occhi grandi e un po' tristi, pallido, barba scura: se avesse avuto le basette e un cappello nero avrebbe potuto assomigliare ad un rabbino! ('Jewish rabbi' in originale)

(fonte: youtube)

Sul set era sempre molto serio e concentrato, continuamente dietro alla sua cinepresa 'Panavision'. Sapete, il processo di realizzazione di un film è piuttosto noioso a vedersi, perché la stessa scena è ripetuta ancora e ancora e ci può volere una mattina intera. Comunque ho notato che Kubrick aveva una pazienza straordinaria, avendo a che fare con i continui problemi meccanici del set e anche una disputa sindacale durante la produzione.

Ha fatto amicizia con altri membri del cast o della produzione?

C'era un sacco di persone sul set; feci amicizia con Keir Dullea e Gary Lockwood (gli astronauti Dave Bowman e Frank Poole, ndr). Keir venne a cena nel nostro appartamento di Londra la prima sera in cui arrivò in Inghilterra, guidando direttamente da Portsmouth (era arrivato dall'America con la nave Queen Elizabeth II) su una macchina sportiva. Non conoscendo la strada si perdette più di una volta, quindi mi ricordo che arrivò sul tardi, verso le 10 di sera. Avevamo alcuni amici a cena, era stato Roger Caras a organizzare la serata. Gli demmo un bel benvenuto in Inghilterra e ci divertimmo molto, Kier ci raccontò un sacco di storie e aneddoti fino alle due di notte: un tipo divertente, che però sul set prendeva sempre il suo lavoro sempre molto sul serio.

Mostrai a Keir il mio studio e lui si interessò ad un piccolo quadro di una ragazza con gli occhi blu, lo volle comprare e glielo vendetti. La volta successiva che andai sul set, Gary Lockwood, che aveva visto il disegno, mi chiese di realizzargliene uno simile per la sua collezione.

Di loro feci molti disegni e molte foto in bianco e nero. Chiesi anche ai diversi attori di posare per dei brevi ritratti (10 minuti a testa più o meno).

Dullea & Lockwood sul set (da Time/Life)

Ha conosciuto qualcun altro degli artisti che erano stati incaricati di documentare la produzione? Eravate sul set insieme?

Conoscevo solo Brian Sanders; il suo stile, penso, era più adatto al progetto del mio (penso abbiano utilizzato uno dei suoi lavori per il poster del film). Ho perso i contatti con lui quando ho lasciato la Artist Partners nei tardi anni Sessanta.

Che impressioni ha avuto delle scenografie e del set del film?

Erano impressionanti, supermoderne, con quel computer HAL con il grande occhio rosso.. non ho visitato i set con i modellini delle astronavi né quello con la superficie della luna e il monolito. Non sapevo molto della storia in sé; mi concentravo su Kubrick, i vari attori e i set stessi. Feci un grande disegno della 'centrifuga' utilizzata per le scene a bordo della Discovery; con Lockwood a 'bordo' mentre faceva footing. Nel film sembrava fantastica; dal vero era un arnese fatiscente che si rompeva di continuo.

Quanto è potuto rimanere sul set? Quanto materiale è riuscito a produrre?

Penso che in un arco di tempo di qualche mese andai a Boreham wood, appena fuori Londra, un paio di volte. Ogni visita durò un giorno completo. Essendoci, come detto, tre soggetti principali da riprodurre - Kubrick, gli attori, i set - la cosa fu piuttosto scontata: prendevo le bozze e le foto fatte sul set a casa, nel mio studio, e da quelle producevo i disegni completi.

Uno dei miei quadri più grandi riguardava, mi ricordo, quelle sedie rosa che si trovano nella Stazione Spaziale...


...mi piaceva la loro forma.

Dalle centinaia di foto e decine di bozzetti trassi 18 disegni completi e 3 quadri di grandi dimensioni (1 metro per 1,20).

Per quanto si sa, solo due di questi sono stati pubblicati su giornali e riviste: uno su un numero della rivista di cinema Sight and Sound (1966), e l'altro nel libro di Piers Bizony (entrambi sono riprodotti
qui). E' a conoscenza di altre pubblicazioni? E' rimasto in qualche modo deluso che il suo lavoro non sia stato mai accreditato in altri modi?

No, non sapevo che fosse stato pubblicato niente finché non me l'ha detto lei. Non ci sono rimasto male, perché penso che il mio contributo fosse probabilmente più adatto a una collezione privata, mentre quello di Brian, che era un po' più "commerciale", fosse più adatto alla pubblicità del film. Il contratto non mi ha permesso di mantenere i disegni completati, ma avevo conservato le foto e i bozzetti - che purtroppo, negli anni, ho perduto. (N.d.t.: Sigh! ma almeno presso il Kubrick Archive a Londra sono conservati tutti i lavori consegnati a Caras)

Si ricorda la prima volta che ha visto '2001'? Quale fu la sua reazione?

Io e mia moglie fummo invitati alla 'prima' del film a Leicester Square, Londra. Il film fu molto apprezzato, con un grande applauso alla fine. Il film era veramente impressionante da vedere sul grande schermo. Fotografato perfettamente, una bellissima scena all'inizio con i pianeti e la musica di Strauss. Mi piacque, era... misterioso. Molta gente si è chiesta cosa significasse la fine del film, che era la parte che ho preferito: era come arte astratta, era la quarta dimensione!

Ho avuto difficoltà, invece, a capire la parte con le scimmie - erano un po' finte, per me. Ma da quando l'osso viene lanciato in aria e si trasforma nella stazione spaziale, al ritmo del Danubio Blu, beh da lì era fantastico. Quando ho rivisto il film anni dopo mi sono sorpreso del suo ritmo lento - quando HAL muore mi sono quasi appisolato. Ma qualcuno mi ha detto che è proprio il ritmo il pezzo forte del film.

Questo film è diventato un'icona, penso che - in America, almeno - l'abbiano visto più o meno tutti !

 Stanley Kubrick, di Jan Parker (da Sight & Sound, 1966; fonte)

Il lavoro su '2001' ha avuto una qualche importanza per la sua carriera di artista successiva? Ho letto che nel 1975 Le fu commissionato un ritratto della Regina Elisabetta, in occasione del Giubileo d'Argento.

No, non è stato significativo da quel punto di vista, è stato interessante come esperienza. Il ritratto della Regina Elisabetta, che mi fu commissionato dall'ente International Cultural Foundation, lo realizzai a partire da diverse fotografie che mi furono fornite; mi è stato detto che dopo averlo ricevuto la Regina ha suggerito di conservarlo al quartiere generale della ICF - probabilmente è ancora lì oggi! A dir la verità, molti artisti realizzano quadri della Regina e in svariate occasioni; sia artisti famosi che non famosi, come me!

Guardando i due disegni di quel periodo e confrontandoli con altri esempi precedenti che ho trovato sul web si nota che il suo stile è cambiato molto negli anni.

Sì, penso di aver compiuto un vero e proprio percorso lungo la storia dell'arte - pensate che quando avevo 13 anni dipingevo sul muro della mia camera dei bisonti, come gli artisti primitivi! Ho sempre fatto molta sperimentazione, con lo stile e anche con la tecnica. Molti artisti trovano uno stile e lì restano, e va bene! Altri, come Matisse e Picasso, continuano ad evolversi ed attraversare stili e periodi. Diciamo che appartengo al secondo gruppo; la vita dovrebbe essere un'avventura e anche l'arte dovrebbe, non credete?

Il suo trasferimento alle Hawaii deve aver giocato un ruolo importante in questa evoluzione.

Le Hawaii sono un luogo coloratissimo e splendido dove vivere, in cui ci si trova davvero vicini alla natura. Ho dipinto paesaggi, anche marittimi, per anni; in seguito a diversi viaggi e mostre in Giappone mi sono spostato verso il Ventunesimo secolo, con dei quadri astratti più "spirituali"; adesso cerco di esprimere l'infinito nella mente e nel cuore e la bellezza del mondo invisibile.

Cosmic (2013), Jan Parker (da www.saatchionline.com)

Che rapporto ha, oggi, con '2001'? Che cosa Le è rimasto di quell'esperienza?

Sono orgoglioso del mio seppur piccolo contributo alla storia del capolavoro di Kubrick e Arthur Clarke. Per me è interessante che ci sia un forte desiderio, in molte persone, di volgere lo sguardo verso l'Universo e cercare di catturare qualcosa di eterno, misterioso, come per trovare risposte alla domanda immortale posta dal famoso quadro di Gauguin: Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?

giovedì 19 settembre 2013

"Life should be an adventure and art should, too": Jan Parker, an artist of the set of '2001'

Some time ago, reading this great blog (sadly, no longer updated), I found out that one of the artists hired by Kubrick in order to document the production of '2001' was indeed the very same author of the drawing in the last page of Piers Bizony's 2001: Filming the Future (a picture I gazed at so many times without knowing who had made it).

 Stanley Kubrick, By Jan Parker (from the book 2001: Filming the Future; source)

I immediatly set out to contact him, in order to learn more about his experience on the set. Thanks to the web, here it is: Jan Parker, born in England in 1941 of a Danish mother and English father.
Raised in Southport, he began to draw caricatures of his family at age 4; he later graduated from Willesden School of art in London. He had a successful career as a cartoonist, book illustrator and painter, and later moved to New York and then Hawaii.

 Jan Parker (from his Facebook page)

Mr. Parker was kind enough to answer my questions and here's his great story.

* * * 

In 1966, aged 25, you were already an established artist, selling drawings and cartoons to several European newspapers and producing illustrations for children’s books. How did your involvement with '2001' come to be?

In 1963 my family and I returned from Denmark to London. I was introduced by my friend the artist Wilson McLean to Artist Partners, an artist agency in London. They began to show my portfolio around and started getting me work - book covers, record covers, illustration in magazines and advertising. Mr. Kubrick representatives must have contacted AP and asked to see sample work from different artists, Brian Sanders and I were two of those artists.

One day I got a call from Pinewood Studios, a guy with an American accent said he was Roger Caras, a co-producer working for Mr. Kubrick. Would I come and see him at the studio?

 Roger Caras, vice-president of Polaris productions inc., Kubrick's production company for 2001 (Source: youtube)

Caras was a really nice person, a larger than life, cigar-smoking, Hollywood producer type! But a nice human being.... He told me they had invited various artists, writers and photographers to record the production of what they thought would be a historic movie! Lord Snowdon (Princess Margaret's husband) was one of the photographers.

What were you asked to do on the set? Did you have particular expectations about the job?

Caras offered me a fixed fee (can't remember how much) to visit the set a couple of times and produce drawings and paintings, they would use this material for advertising or Mr. Kubrick's private collection. That was fine with me.

Did you already know Stanley Kubrick or Arthur Clarke?

I was interested in Science Fiction (I had done several Sci-fi book covers for Signet) but I had never met Mr. Kubrick or Mr. Clarke before (I never saw Mr. Clarke on the set) but I admired Kubrick's movie 'Spartacus'. I loved art movies: Bergman - Kurosawa, Pasolini - ('The Gospel according to Matthew')! - and many other French & Italian movies. 

I've read on Saatchionline that Kubrick became a collector of your works. Have you been in touch in later years? What is your recollection of the famous director?

I was told that Mr. Kubrick had collected my work; I only met him once. Several people and I were introduced to him, and he was sitting with his two young daughters on his lap (only time I saw him smile). I took photos and made a quick sketch of the three of them in my sketch book. I have never met Mr. Kubrick since. He seemed to me a very nice person. Mild mannered, soft spoken, very pale, dark beard, large (a bit sad) dark eyes. If he had had side curls and a black hat he would look like a Jewish rabbi!

Stanley Kubrick (Source: youtube)

Very serious, focused and concentrated on the set. Taking film shots with his 'Panavision' camera over and over again. You know, the process of filming is quite boring to watch, because the same scene is shot over and over again and can take a whole morning - but I noticed Mr. Kubrick had extraordinary patience, he had to deal with mechanical break downs, and even a labor dispute during the production.

Did you make acquaintance with the rest of the crew or the actors?

There were lots of people on the set; I made friends with some of the leading actors - Keir Dullea and his co-star Gary Lockwood. Keir came to dinner at our apartment in London the first night in England. He drove up from Portsmouth (he came over on the Queen Elizabeth II) in his sports car. He kept losing his way so he arrived quite late, 10 p.m. We had some friends over and Roger Caras had arranged it. But we gave him a good welcome and had a nice dinner that ended around 2 AM. He enjoyed himself, he told many stories and jokes, but took his acting very seriously.

I showed Keir my studio and he became interested in a small decorative painting of a young girl with blue eyes, he wanted to buy it and I sold it to him, next time I visited the studios at Boreham wood, on the set, Gary Lockwood had seen Keir's painting and asked me to paint a similar one for his collection. Basically I made many drawings in my sketch book of the sets and took a lot of black & white photos with my small camera. I also asked some of the character actors to pose for quick portraits (10 minutes or so).

Dullea & Lockwood strike a pose on the set (source: Time/Life)

Were you and the other artists mentioned before on the set at the same time? Did you know them back in 1966? Are you still in contact?

I knew Brian Sanders; I thought his work was very suited for the project (I think they used one of his paintings for the main posters of the movie). I lost touch with Brian when I left Artist Partners in the late sixties.

What were your impressions about the sets?

Impressive, ultra modern looking and the computer 'HAL' with the large red eye. I didn't see any of the models of space craft or the set on the surface of the moon with the buried plinth. Nor did I really know much about the storyline itself. All I could do was focus on Kubrick, the various actors that were on a set at that particular moment, and the sets themselves. I made a drawing of the big wheel set; Lockwood ran around for exercise. In the movie it looked fantastic; in reality it was a rickety machine that kept breaking down when it turned around.

How long were you allowed to stay on the set? Do you remember how many drawings and sketches you made, approximately?

I think over a period of several months I visited Pinewood studios at Boreham wood, just outside of London, twice. Each visit a full day. I got on very well with Roger Caras. He and his wife came to dinner at our apartment in London several times.

There were 3 subjects to draw and paint and photograph - 'Mr. Kubrick' - the actors - the sets. It was really quite straightforward, I would take my sketches and photos from the sets - home to my studio and from that information gathered, produce finished drawings and paintings.

One of my larger paintings was based on the pink chairs in the white lounge of one of the space craft...


... I liked their shape.

I did many sketches and took hundreds of photos on the various sets. The end result was 18 complete drawings and 3 large paintings (40" x 50") as a result of 2 days on the sets of '2001'.

As far as I know, your only published job made on the set came out in the magazine Sight and Sound and in Piers Bizony's book (both are featured
here). Are you aware of any other published drawings? Were you disappointed about this relatively scanty outcoming in the press?

I wasn't aware of any published work of mine until you mentioned it. I wasn't disappointed, I think my small contribution was probably more suited for a private collection; whereas Brian's work, which seemed a bit more 'commercial', was good for publicity. I am not aware of any other published work by me. The contract allowed that production to use my drawings as they wanted. I gave everything I produced (finished drawings and paintings) to Roger Caras. I kept photos and my sketchbook - but lost them over the years (Ed.note: sigh! at least the finished drawings are still in the Kubrick Archive in London.)

Do you remember the first time you saw '2001'? What was your reaction?

My wife and I were invited to the premiere opening of the movie in Leicester Square, London. It was very well received with huge applause at the end. To me the movie was very impressive on the big wide screen. Beautifully photographed. Stunning opening scene with planets and music (Strauss). I liked it, it was mysterious. Many people wondered about the meaning of the end of the movie (the coming to Mars section) that was the section I liked best; it was like abstract art, the fourth dimension! I had a bit of difficulty with the first scenes of the apes - they did not look real to me. But from when the bone was tossed into the air and changed into the space station to the Blue Danube music that was fantastic. When I saw the movie again years later I noticed the 'slow' pace of the movie - and when the computer HAL died I almost fell asleep. But someone told me the 'slow pace' was the real beauty of the movie. It became an icon, and I think certainly in America just about everybody has seen that movie! 

 Stanley Kubrick, by Jan Parker (from Sight & Sound, 1966; source)

Was the job on '2001' significant for your career? I've read you were commissioned by The International Cultural Foundation to paint the Silver Jubilee Portrait of Her Majesty Queen Elizabeth II in 1975.

No, it wasn't really significant as such. It was just a very interesting experience. The ICF commissioned me to paint a life size portrait of Her Majesty Queen Elizabeth II on occasion of her silver jubilee (I painted from many photographs); it was presented to her office at Buckingham palace. Later apparently Her Majesty suggested the portrait be hung at the headquarters of the ICF in London; it’s probably still there today! Actually many artists paint the Queen's portraits on special occasions, both famous and not so famous artists, like me, ha. 

Judging by the drawings mentioned earlier, your style, in those days, was very different not only from your present style, but also from earlier works I found on the web.

I did feel I moved through the history of art - when I was 13 years old I painted cave paintings of large bisons on my bedroom wall - ha! - (the beginning of Art in the western world). I was always experimenting in my art work - trying new styles and techniques. Many artists find a style and stick to it - and that's ok! Other artists like Matisse and Picasso were always developing and going through different styles and periods in their art. I belong to the latter, life should be an adventure and art should too, don't you think?

Your move from New York to Hawaii must have been an important part of your artistic evolution.

Hawaii is a very colorful and beautiful place to live, and here one lives very close to nature. I spent years painting Hawaiian landscapes and seascapes, but gradually through my shows in Japan I sort of came into the 21 st. century regarding my abstract spiritual paintings - I am now trying to express the limitlessness of the mind and the heart and the beauty of the invisible world.

Cosmic (2013), Jan Parker (source: www.saatchionline.com)

What is your relationship with the movie today, was it significant in your life, in retrospect?

I am proud of having even a small connection with Mr. Kubrick's masterpiece (and Mr. Clarke's famous story). To me it is interesting that there is a strong desire in many people to reach out into the universe and touch upon something eternal, mysterious, as if searching for answers to the immortal question put by Gauguin's famous painting - "Where do we come from? Who are we? Where are we going?"

* * *

Jan very kindly accepted to create the logo for 2001Italia - it's on top of every page of this blog. Learn more about him and his art on his Facebook page and his new web site

sabato 14 settembre 2013

The Making of

foto dal set di "2001: odissea nello spazio"
pictures from the set of "2001: a space odyssey"


fonti / sources: The Stanley Kubrick Archives; Ebay; bfi.org.uk; A Life in Pictures; douglastrumbull.comHardy Amies short documentary movie; playboy.tumblr.com









giovedì 12 settembre 2013

"Stanley uses a tame Black Hole as a filing system": 2001 and the Skylab


"... One of the most technically brilliant sequences in the movie was that in which Frank Poole was shown running round and round the circular trick of the giant centrifuge, held in place by the 'artificial gravity' produced by its spin.

Almost a decade later, the crew of the superbly successful Skylab realized that its designers had provided them with a similar geometry; a ring of storage cabinets formed a smooth, circular hand around the space station's interior. Skylab, however, was not spinning, but this did not.deter its ingenious occupants. They discovered that they could run around the track, just like mice in a squirrel cage, to produce a result visually indistinguishable from that shown in 2001. 


And they televised the whole exercise back to Earth (need I name the accompanying music?) with the comment: 'Stanley Kubrick should see this.' As in due course he did, because I sent him the telecine recording. 

(I never got it back; Stanley uses a tame Black Hole as a filing system.)"

(Arthur C. Clarke, author's note from "2010: odyssey two". Source: google books)

Let's see those pictures in motion!


"Stanley si serve, come archivio, di un Buco Nero addomesticato": '2001' e lo Skylab



...Una delle sequenze tecnicamente più brillanti di 2001 era quella in cui Frank Poole veniva mostrato mentre correva in tondo lungo la pista circolare della gigantesca centrifuga, trattenuto dalla gravità artificiale prodotta dalla rotazione.

Quasi un decennio dopo, l'equipaggio del superbamente riuscito Skylab si rese conto che i progettisti avevano fornito un'analoga geometria. Un anello di armadi formava una liscia fascia circolare intorno allo spazio interno della stazione. Lo Skylab, tuttavia, non ruotava, ma questo non ostacolò i suoi ingegnosi occupanti.

Essi constatarono che potevano correre tutto attorno allo spazio disponibile, proprio come topolini in gabbia, dando luogo a un risultato visivamente indistinguibile da quello mostrato nel film '2001' e trasmisero alla Terra le immagini televisive dell'intero esercizio (devo precisare quale fu l'accompagnamento musicale?) con il commento: "Stanley Kubrick dovrebbe vedere questa trasmissione."

E a suo tempo egli la vide, poiché gli inviai la registrazione su video nastro. (Non mi venne mai restituita; Stanley si serve, come archivio, di un Buco Nero addomesticato.)

(Arthur C. Clarke, dalla prefazione a  '2010: odissea due', fonte: Archiviokubrick.it)

Vabbè, rendono di più in movimento!