(english version here)
Qualche tempo fa, leggendo questo ottimo blog (purtroppo non più aggiornato), ho scoperto l'autore di una anonima illustrazione che avevo già visto nell'ultima pagina del magnifico libro di Piers Bizony 2001: Filming the Future (già da me recensito qui):
Stanley Kubrick, di Jan Parker (fonte)
Si trattava di lavoro fatto da uno degli artisti incaricati da Kubrick di realizzare illustrazioni sul set di '2001': Jan Parker, nato in Inghilterra nel 1941, autore di caricature dei familiari a soli 4 anni, diplomatosi alla Willesden School of art di Londra, ha avuto una carriera di successo come fumettista, illustratore e pittore, trasferendosi successivamente a New York e quindi alle Hawaii.
Jan Parker (da www.saatchionline.com)
Il Signor Parker è stato così gentile da concedermi un'intervista riguardo alla sua esperienza sul set del nostro film preferito, ed eccola qui.
* * *
Nel 1966, a soli 25 anni, Lei era già un artista riconosciuto, con la pubblicazione di illustrazioni e fumetti su diversi libri e giornali europei. Com'è nato il suo coinvolgimento con '2001: Odissea nello spazio'?
Dopo essere tornato, nel 1963, in Inghilterra dalla Danimarca - in cui mi ero trasferito con la famiglia - il mio amico artista Wilson McLean mi introdusse alla Artist Partners, un'agenzia di artisti di Londra. Mostrarono in giro il mio book e cominciai ad ottenere commissioni per copertine di dischi e di libri, illustrazioni per periodici e pubblicità.
I collaboratori di Kubrick devono aver contattato la A.P. e chiesto di vedere esempi di diversi artisti, dev'essere così che io e l'altro illustratore Brian Sanders ottenemmo il lavoro. Un giorno ricevetti una telefonata dagli studi cinematografici di Pinewood; un tizio con l'accento americano disse di essere Roger Caras, il coproduttore di Stanley Kubrick, e mi chiese se fossi interessato a venire nel suo ufficio per parlare del lavoro di illustratore sul set di '2001'.
Roger Caras, vice-presidente della Polaris productions inc., la compagnia creata da Kubrick per la realizzazione di '2001' (da youtube)
Caras era una persona splendida, uno di quei personaggi da film, tipo "produttore hollywoodiano col sigaro". Ci andai molto d'accordo, lui e sua moglie, in seguito, vennero a cena nel nostro appartamento di Londra diverse volte. Mi disse che la produzione aveva invitato diversi autori, scrittori e fotografi per documentare la produzione di quello che pensavano sarebbe stato un film destinato a fare storia. Uno dei fotografi che vennero invitati fu Lord Snowdon, il marito della Principessa Margaret.
Quale fu il compito specifico che Le fu richiesto? Aveva delle aspettative particolari al riguardo?
Caras mi offrì una cifra fissa (non mi ricordo quanto) per visitare il set un paio di volte e produrre disegni e quadri che sarebbero stati usati per scopi pubblicitari o per la collezione privata di Kubrick, e la cosa mi andava bene così.
Conosceva già Kubrick o lo sceneggiatore e scrittore Arthur Clarke?
La fantascienza mi interessava già, avevo anche realizzato diverse copertine per la casa editrice specializzata Signet, ma non li avevo mai incontrati di persona prima (fra l'altro non ho mai visto il Signor Clarke sul set); avevo però ammirato il film di Kubrick 'Spartacus'. Mi piacevano i film cosiddetti d'essai: Bergman, Kurosawa, Pasolini (che bello 'Il Vangelo secondo Matteo'!) e molti altri film francesi e italiani.
Ho letto su Saatchionline che Kubrick diventò un collezionista di suoi dipinti. Qual'è il suo ricordo del famoso regista?
Sì, mi hanno detto che Kubrick è diventato un collezionista di miei lavori, ma io lo incontrai di persona sul set solo una volta, quando fummo presentati insieme ad altre persone. Era seduto con le figlie sulle ginocchia (l'unica volta che l'ho visto sorridere). Mi ricordo di avere fatto fotografie e ritratti di tutti e tre. Non l'ho più incontrato di persona dopo, solo sul set. Mi è sembrato una bella persona, di buone maniere, parlava con un tono dolce. Occhi grandi e un po' tristi, pallido, barba scura: se avesse avuto le basette e un cappello nero avrebbe potuto assomigliare ad un rabbino! ('Jewish rabbi' in originale)
(fonte: youtube)
Sul set era sempre molto serio e concentrato, continuamente dietro alla sua cinepresa 'Panavision'. Sapete, il processo di realizzazione di un film è piuttosto noioso a vedersi, perché la stessa scena è ripetuta ancora e ancora e ci può volere una mattina intera. Comunque ho notato che Kubrick aveva una pazienza straordinaria, avendo a che fare con i continui problemi meccanici del set e anche una disputa sindacale durante la produzione.
Ha fatto amicizia con altri membri del cast o della produzione?
C'era un sacco di persone sul set; feci amicizia con Keir Dullea e Gary Lockwood (gli astronauti Dave Bowman e Frank Poole, ndr). Keir venne a cena nel nostro appartamento di Londra la prima sera in cui arrivò in Inghilterra, guidando direttamente da Portsmouth (era arrivato dall'America con la nave Queen Elizabeth II) su una macchina sportiva. Non conoscendo la strada si perdette più di una volta, quindi mi ricordo che arrivò sul tardi, verso le 10 di sera. Avevamo alcuni amici a cena, era stato Roger Caras a organizzare la serata. Gli demmo un bel benvenuto in Inghilterra e ci divertimmo molto, Kier ci raccontò un sacco di storie e aneddoti fino alle due di notte: un tipo divertente, che però sul set prendeva sempre il suo lavoro sempre molto sul serio.
Mostrai a Keir il mio studio e lui si interessò ad un piccolo quadro di una ragazza con gli occhi blu, lo volle comprare e glielo vendetti. La volta successiva che andai sul set, Gary Lockwood, che aveva visto il disegno, mi chiese di realizzargliene uno simile per la sua collezione.
Di loro feci molti disegni e molte foto in bianco e nero. Chiesi anche ai diversi attori di posare per dei brevi ritratti (10 minuti a testa più o meno).
Dullea & Lockwood sul set (da Time/Life)
Ha conosciuto qualcun altro degli artisti che erano stati incaricati di documentare la produzione? Eravate sul set insieme?
Conoscevo solo Brian Sanders; il suo stile, penso, era più adatto al progetto del mio (penso abbiano utilizzato uno dei suoi lavori per il poster del film). Ho perso i contatti con lui quando ho lasciato la Artist Partners nei tardi anni Sessanta.
Che impressioni ha avuto delle scenografie e del set del film?
Erano impressionanti, supermoderne, con quel computer HAL con il grande occhio rosso.. non ho visitato i set con i modellini delle astronavi né quello con la superficie della luna e il monolito. Non sapevo molto della storia in sé; mi concentravo su Kubrick, i vari attori e i set stessi. Feci un grande disegno della 'centrifuga' utilizzata per le scene a bordo della Discovery; con Lockwood a 'bordo' mentre faceva footing. Nel film sembrava fantastica; dal vero era un arnese fatiscente che si rompeva di continuo.
Quanto è potuto rimanere sul set? Quanto materiale è riuscito a produrre?
Penso che in un arco di tempo di qualche mese andai a Boreham wood, appena fuori Londra, un paio di volte. Ogni visita durò un giorno completo. Essendoci, come detto, tre soggetti principali da riprodurre - Kubrick, gli attori, i set - la cosa fu piuttosto scontata: prendevo le bozze e le foto fatte sul set a casa, nel mio studio, e da quelle producevo i disegni completi.
Uno dei miei quadri più grandi riguardava, mi ricordo, quelle sedie rosa che si trovano nella Stazione Spaziale...
...mi piaceva la loro forma.
Dalle centinaia di foto e decine di bozzetti trassi 18 disegni completi e 3 quadri di grandi dimensioni (1 metro per 1,20).
Per quanto si sa, solo due di questi sono stati pubblicati su giornali e riviste: uno su un numero della rivista di cinema Sight and Sound (1966), e l'altro nel libro di Piers Bizony (entrambi sono riprodotti qui). E' a conoscenza di altre pubblicazioni? E' rimasto in qualche modo deluso che il suo lavoro non sia stato mai accreditato in altri modi?
No, non sapevo che fosse stato pubblicato niente finché non me l'ha detto lei. Non ci sono rimasto male, perché penso che il mio contributo fosse probabilmente più adatto a una collezione privata, mentre quello di Brian, che era un po' più "commerciale", fosse più adatto alla pubblicità del film. Il contratto non mi ha permesso di mantenere i disegni completati, ma avevo conservato le foto e i bozzetti - che purtroppo, negli anni, ho perduto. (N.d.t.: Sigh! ma almeno presso il Kubrick Archive a Londra sono conservati tutti i lavori consegnati a Caras)
Si ricorda la prima volta che ha visto '2001'? Quale fu la sua reazione?
Io e mia moglie fummo invitati alla 'prima' del film a Leicester Square, Londra. Il film fu molto apprezzato, con un grande applauso alla fine. Il film era veramente impressionante da vedere sul grande schermo. Fotografato perfettamente, una bellissima scena all'inizio con i pianeti e la musica di Strauss. Mi piacque, era... misterioso. Molta gente si è chiesta cosa significasse la fine del film, che era la parte che ho preferito: era come arte astratta, era la quarta dimensione!
Ho avuto difficoltà, invece, a capire la parte con le scimmie - erano un po' finte, per me. Ma da quando l'osso viene lanciato in aria e si trasforma nella stazione spaziale, al ritmo del Danubio Blu, beh da lì era fantastico. Quando ho rivisto il film anni dopo mi sono sorpreso del suo ritmo lento - quando HAL muore mi sono quasi appisolato. Ma qualcuno mi ha detto che è proprio il ritmo il pezzo forte del film.
Questo film è diventato un'icona, penso che - in America, almeno - l'abbiano visto più o meno tutti !
Il lavoro su '2001' ha avuto una qualche importanza per la sua carriera di artista successiva? Ho letto che nel 1975 Le fu commissionato un ritratto della Regina Elisabetta, in occasione del Giubileo d'Argento.
Dalle centinaia di foto e decine di bozzetti trassi 18 disegni completi e 3 quadri di grandi dimensioni (1 metro per 1,20).
Per quanto si sa, solo due di questi sono stati pubblicati su giornali e riviste: uno su un numero della rivista di cinema Sight and Sound (1966), e l'altro nel libro di Piers Bizony (entrambi sono riprodotti qui). E' a conoscenza di altre pubblicazioni? E' rimasto in qualche modo deluso che il suo lavoro non sia stato mai accreditato in altri modi?
No, non sapevo che fosse stato pubblicato niente finché non me l'ha detto lei. Non ci sono rimasto male, perché penso che il mio contributo fosse probabilmente più adatto a una collezione privata, mentre quello di Brian, che era un po' più "commerciale", fosse più adatto alla pubblicità del film. Il contratto non mi ha permesso di mantenere i disegni completati, ma avevo conservato le foto e i bozzetti - che purtroppo, negli anni, ho perduto. (N.d.t.: Sigh! ma almeno presso il Kubrick Archive a Londra sono conservati tutti i lavori consegnati a Caras)
Si ricorda la prima volta che ha visto '2001'? Quale fu la sua reazione?
Io e mia moglie fummo invitati alla 'prima' del film a Leicester Square, Londra. Il film fu molto apprezzato, con un grande applauso alla fine. Il film era veramente impressionante da vedere sul grande schermo. Fotografato perfettamente, una bellissima scena all'inizio con i pianeti e la musica di Strauss. Mi piacque, era... misterioso. Molta gente si è chiesta cosa significasse la fine del film, che era la parte che ho preferito: era come arte astratta, era la quarta dimensione!
Ho avuto difficoltà, invece, a capire la parte con le scimmie - erano un po' finte, per me. Ma da quando l'osso viene lanciato in aria e si trasforma nella stazione spaziale, al ritmo del Danubio Blu, beh da lì era fantastico. Quando ho rivisto il film anni dopo mi sono sorpreso del suo ritmo lento - quando HAL muore mi sono quasi appisolato. Ma qualcuno mi ha detto che è proprio il ritmo il pezzo forte del film.
Questo film è diventato un'icona, penso che - in America, almeno - l'abbiano visto più o meno tutti !
Stanley Kubrick, di Jan Parker (da Sight & Sound, 1966; fonte)
Il lavoro su '2001' ha avuto una qualche importanza per la sua carriera di artista successiva? Ho letto che nel 1975 Le fu commissionato un ritratto della Regina Elisabetta, in occasione del Giubileo d'Argento.
No, non è stato significativo da quel punto di vista, è stato interessante come esperienza. Il ritratto della Regina Elisabetta, che mi fu commissionato dall'ente International Cultural Foundation, lo realizzai a partire da diverse fotografie che mi furono fornite; mi è stato detto che dopo averlo ricevuto la Regina ha suggerito di conservarlo al quartiere generale della ICF - probabilmente è ancora lì oggi! A dir la verità, molti artisti realizzano quadri della Regina e in svariate occasioni; sia artisti famosi che non famosi, come me!
Guardando i due disegni di quel periodo e confrontandoli con altri esempi precedenti che ho trovato sul web si nota che il suo stile è cambiato molto negli anni.
Sì, penso di aver compiuto un vero e proprio percorso lungo la storia dell'arte - pensate che quando avevo 13 anni dipingevo sul muro della mia camera dei bisonti, come gli artisti primitivi! Ho sempre fatto molta sperimentazione, con lo stile e anche con la tecnica. Molti artisti trovano uno stile e lì restano, e va bene! Altri, come Matisse e Picasso, continuano ad evolversi ed attraversare stili e periodi. Diciamo che appartengo al secondo gruppo; la vita dovrebbe essere un'avventura e anche l'arte dovrebbe, non credete?
Il suo trasferimento alle Hawaii deve aver giocato un ruolo importante in questa evoluzione.
Le Hawaii sono un luogo coloratissimo e splendido dove vivere, in cui ci si trova davvero vicini alla natura. Ho dipinto paesaggi, anche marittimi, per anni; in seguito a diversi viaggi e mostre in Giappone mi sono spostato verso il Ventunesimo secolo, con dei quadri astratti più "spirituali"; adesso cerco di esprimere l'infinito nella mente e nel cuore e la bellezza del mondo invisibile.
Cosmic (2013), Jan Parker (da www.saatchionline.com)
Che rapporto ha, oggi, con '2001'? Che cosa Le è rimasto di quell'esperienza?
Sono orgoglioso del mio seppur piccolo contributo alla storia del capolavoro di Kubrick e Arthur Clarke. Per me è interessante che ci sia un forte desiderio, in molte persone, di volgere lo sguardo verso l'Universo e cercare di catturare qualcosa di eterno, misterioso, come per trovare risposte alla domanda immortale posta dal famoso quadro di Gauguin: Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?
E' affascinante il fatto che tante persone diverse abbiano contribuito (chi più chi meno, chi consapevolmente o meno...) alla grande avventura di "2001".
RispondiEliminaMi chiedo se all'epoca qualcuno - a parte Kubrick - avesse davvero la consapevolezza di partecipare a qualcosa di storico ed immortale. Ma credo di no.
Solo per noi, a posteriori, il film mostra realmente tutta la sua potenzialità. E anche questo fa parte della leggenda.
E' vero! Ieri la mia compagna mi sgridava per qualcosa che non avevo fatto o avevo fatto male in cucina. Le ho risposto, "beh di cosa ti lamenti, ci ho messo trent'anni per capire '2001'!"
RispondiEliminaE lei : "ma secondo me non hai mica ancora capito niente!"
Simone,rispondile che "il tempo è dalla nostra parte". Possiamo attraversare un'intera dimensione spazio temporale per capire 2001 ;)
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