Gli ampi spazi a disposizione nella villa dell'Hertfordshire che fu la sua casa dagli anni '70 fino alla sua scomparsa fecero il resto; dopo la scomparsa di Kubrick nel 1999, la famiglia si trovò ad affrontare il problema di cosa fare degli oltre mille scatoloni di materiale accumulatisi in quasi quarant'anni (potete avere un'idea dell'ammontare del materiale nel documentario di Jon Ronson Stanley Kubrick's Boxes su Youtube).
Un'occhiata all'archivio di Kubrick nella sua casa nell'Hertfordshire, prima del trasloco dello stesso a Londra (fonte)
Da un'intervista del 2013 alla vedova di Kubrick, Christiane:
E così mi sono rimasti centinaia di scatoloni, gli stessi che per tutta la vita abbiamo avuto tra i piedi in casa. C'era così tanta roba che veniva fuori da ogni film, e Stanley non aveva mai dato una sistemata. E' stato un compito piuttosto malinconico dovere avere a che fare con tutto questo dopo la sua morte, e se l'avessi dovuto fare da sola non avrei avuto speranze.
Poi un museo di Francoforte si è detto molto interessato, e ha mandato un'archivista - e la cosa mi ha aperto gli occhi, perché mi ha fatto capire che quella roba sarebbe potuta essere utile ai giovani, e mi ha anche fatto pensare che tutti quei film erano stati fatti senza computer, per cui c'era un sacco di documentazione: sfortunatamente, con i computer, molte cose vengono perdute, mentre le cartacce ti rimangono in casa per sempre.
Così abbiamo cominciato a guardare scatolone dopo scatolone, e abbiamo lasciato tutto all'University of the Arts di Londra. Ho pensato a lungo a chi avremmo dovuto lasciare il materiale, e ho scelto loro, che hanno dedicato una grande parte dell'edificio all'Archivio [...] e ne sono rimasta soddisfatta. Dopo tutte le mostre che stiamo facendo, quando saranno finite, tutto andrà all'Università, così il materiale sarà raccolto in un'unica sede. [...]Christiane Kubrick si riferisce al lavoro fatto dal Deutsches Filmmuseum e dal Deutsches Architektur Museum di Francoforte, che mandò i suoi archivisti a St.Albans per otto mesi. Questo primo lavoro di catalogazione portò alla creazione della prima mostra su Stanley Kubrick a Francoforte, nel 2004. Il materiale è stato poi trasferito, nel marzo 2007, all'Archives and Special Collections Centre - University of the Arts London, presso il London College of Communication nella parte sud di Londra (Elephant and Castle), dove lo Stanley Kubrick Archive ha poi aperto al pubblico nell'Ottobre dello stesso anno.
fonte © 2014 University of the Arts London
Il vostro affezionatissimo, fotografato da un gentile collega visitatore dell'Archivio
Venendo dall'Italia, paese in cui i beni culturali sono trattati nel modo discutibile che conosciamo, ho subito pensato che la decisione della famiglia Kubrick è stata rimarchevole per il fatto principale che l'Archivio è aperto al pubblico e gratuitamente. Questo fatto è già più che lodevole, ma in un'altra intervista Christiane Kubrick (di professione pittrice, lei stessa ex-studente dell'Università di Londra, la St. Martin's School of Art) aggiunge un'altra ragione:
Non avrei mai potuto buttare via niente. Sarebbe stato atroce, come farlo morire una seconda volta. Quando arrivò il museo di Francoforte fu una soluzione fantastica. Ho visto per la prima volta il materiale con gli occhi dell'archivista invece che con i miei.
Essendo il sottoscritto un bibliotecario pubblico, la cosa mi ha fatto riflettere. L'Archivio è, citando il comunicato stampa dell'epoca della sua apertura, la manifestazione 'fisica' della carriera artistica di Stanley Kubrick (i veri e propri film, ovvero i master originali, sono invece conservati negli archivi Warner negli Stati Uniti). Una collezione così unica richiede capacità particolari di trattare e conservare le diverse collezioni; le foto, i negativi e altri materiali sensibili alla luce e alla temperatura sono molto delicati, per esempio; in generale, ogni elemento deve essere trattato e conservato nel modo adeguato, in ossequio agli standard internazionali previsti nel campo, per garantirne la conservazione a lungo termine. Questa è la ragione per cui l'Università ha deciso di situare l'Archivio presso lo Special Collections Centre e di assegnargli del personale specifico, assunto per lo scopo.
Nell'Archivio il Responsabile Richard Daniels e il suo staff accolgono i visitatori, li aiutano a consultare il catalogo, cercano e consegnano il materiale e in genere si prendono cura della sua conservazione. Oltre a questo forniscono supporto continuo, in accordo con la famiglia Kubrick, alle varie iniziative che da ormai dieci anni nel mondo celebrano l'eredità artistica del regista, come la mostra suddetta, che ha appena chiuso i battenti a San Paolo (Brasile) e aprirà tra poco a Toronto in Canada (io la vidi a Roma nel 2008).
Il sottoscritto nella "Search Room" dell'Archivio, ispirata alla Stazione Spaziale di 2001 e realizzata dalla Nightingale Associates con arredi speciali a cura della Working Environments.
Essendo 2001 uno dei film dalla realizzazione più lunga e complessa della storia del cinema, una ricerca nei materiali che lo riguardano conservati nell'Archivio è, per un appassionato, un sogno ad occhi aperti. Vi si può trovare:
- la corrispondenza originale tra Kubrick e Arthur Clarke che diede origine al film;
- un numero enorme di riviste, fotografie e disegni riguardanti l'esplorazione spaziale utilizzati durante la pre-produzione;
- documenti di produzione, rapporti sul girato e centinaia di fotografie realizzate sul set durante le riprese;
- prototipi di poster pubblicitari e di altro materiale promozionale;
- descrizioni dettagliate delle scene effettivamente girate, e centinaia di pagine di sceneggiature scartate.
Un paio di esempi:
Una pagina di una sceneggiatura preliminare che prevedeva la comparsa di un secondo Hal, che spiegava il comportamento omicida del gemello (fonte)
Una delle tante schede Sasco utilizzate dal dipartimento degli effetti speciali, con descrizioni delle direzioni in cui i modellini avrebbero dovuto muoversi (fonte)
Una delle tante schede Sasco utilizzate dal dipartimento degli effetti speciali, con descrizioni delle direzioni in cui i modellini avrebbero dovuto muoversi (fonte)
Concludendo, cominciate a risparmiare qualche soldino adesso, e prenotate in anticipo, perché l'Archivio non ha molti posti disponibili ed è spesso al completo: non ve ne pentirete. Un consiglio: prima della visita date un'occhiata al catalogo e segnatevi i materiali che vi interessano: indicandoli in anticipo allo staff ve lo faranno trovare pronto al vostro arrivo.
Un grazie speciale a Richard e alle sue assistenti Sarah e Charlotte per la loro gentilezza e l'aiuto fornitomi durante la visita. Li potete contattare all'indirizzo archive-enquiries@arts.ac.
Anche dopo morte le grandi personalità lasciano tracce del loro importante passaggio terreno!
RispondiEliminaLa sistemazione del materiale kubrickiano mi ha fatto tornare alla mente ciò che in circostanze analoghe (la morte del marito, famoso scrittore) fa un personaggio di Stephen King, la Lisey dell'omonimo romanzo. E non oso pensare al tempo e all'impegno che l'operazione deve aver comportato... benché i posteri ne saranno eternamente grati.
P.S. all'interno dello spazio suggestivo ricreato nell'Archivio, lei ci sta a meraviglia, come una cozza sotto l'alta marea!