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sabato 20 gennaio 2018

A couple of 50th anniversary-related events

The main event for 2018 - the year that marks the 50th anniversary of 2001: A Space Odyssey - will surely be the Official exhibition that will be hosted at the Deutsches Filmmuseum in Frankfurt, Germany, from March 21 to September 16. On show there will be the largest collection of original designs, models, costumes, props, shooting schedules, production documents and photos from Kubrick's archive, accompanied by a series of talks and events. Watch out this space for the official information as soon as I get it, as the lecture series may as well involve a familiar face... The official site, only in german so far: http://2001.deutsches-filmmuseum.de.


In the meantime, those of you who follow me on Facebook and Twitter will already know that the book "Understanding Kubrick's 2001: a Space Odyssey - Representation and Interpretation" (Intellect Books, Bristol, 2018) for which I wrote the first chapter ('God, it’ll be hard topping the H-bomb’: Kubrick’s search for a new obsession in the path from Dr. Strangelove to 2001) has been announced on Amazon (UK, USA, ITA) it will be available from April 15, 2018. Here's the official publicity blurb:

Scholars have been studying the films of Stanley Kubrick for decades. This book, however, breaks new ground by bringing together recent empirical approaches to Kubrick with earlier, formalist approaches to arrive at a broader understanding of the ways in which Kubrick's methods were developed to create the unique aesthetic creation that is 2001: A Space Odyssey. As the fiftieth anniversary of the film nears, the contributors explore its still striking design, vision, and philosophical structure, offering new insights and analyses that will give even dedicated Kubrick fans new ways of thinking about the director and his masterpiece.



martedì 20 maggio 2014

Cinquant'anni fa, l'avvistamento UFO di Kubrick e Clarke

Alle nove di sera del 17 maggio 1964, dopo una giornata intera di lavoro sulla sceneggiatura di 2001 (all'epoca ancora conosciuto come "Journey Beyond The Stars") Stanley Kubrick e Arthur C. Clarke andarono a prendere una boccata d'aria sulla terrazza dell'appartamento dei Kubrick sull'84esima strada a New York.

Durante la giornata i due erano giunti ad un importante accordo: Clarke si era fatto convincere da Kubrick (dopo una iniziale riluttanza) a ritardare il suo ritorno a Ceylon finché il soggetto da presentare alla MGM per ottenere il finanziamento per il film non fosse stato completato. Regista e scrittore si strinsero la mano e, accompagnati dalla moglie del regista Christiane, uscirono a prendere una boccata d'aria. Il cielo era sereno e la luna piena.

Kubrick e Clarke con il telescopio Questar 3.5del regista (1964?) Fonte: Catalogo della mostra di Stanley Kubrick, Giunti Editore

Uno degli argomenti più spesso dibattuti dai due in quel primo mese di frequentazione era l'esistenza o meno degli UFO. Clarke era sicuro di essere riuscito a convincere Kubrick, inizialmente possibilista riguardo la loro origine extraterrestre, che si trattava solo di oggetti volanti non identificati - U.F.O. (Unidentidied flying objects), appunto.

Nelle parole di Clarke, dalla sua biografia Visionary:
Stanley era pericolosamente vicino a credere all'esistenza dei dischi volanti, e io sentii di essere arrivato al momento giusto per salvarlo da questa misera fine.
Immaginatevi quindi la sorpresa quando proprio quella notte, mentre i tre conversavano sulla terrazza, nel cielo newyorkese apparve un oggetto più luminoso delle stelle circostanti che si spostò, si fermò per un paio di minuti, poi riprese a muoversi, scomparendo dietro ad un edificio nel giro di pochi secondi. Kubrick e Clarke presero il telescopio Questar 3.5 del regista e si precipitarono sul tetto, per avere una vista maggiore dell'oggetto: ma anche visto attraverso il telescopio l'oggetto era solo un punto di luce, che scomparve di nuovo in direzione nordest.

A dir la verità i due avevano subito pensato potesse trattarsi il satellite Echo (il primo satellite artificiale per telecomunicazioni, in realtà una semplice sfera gonfiabile di 30 mt. rivestito da una pellicola in grado di riflettere le onde radio) ma controllando sul New York Times, che aveva una sezione con i passaggi dei satelliti sul cielo americano per gli astrofili, vennero a sapere che il suo passaggio era previsto solo per le 23.03, ovvero due ore dopo. Ciò che rese perplesso Kubrick fu il fatto che secondo l'Hayden Planetarium di New York, a cui Clarke telefonò uno o due giorni dopo, Echo si era presentato regolarmente all'ora stabilita.

Clarke ricorda l'avvenimento - con la consueta dose di umorismo - nella sua biografia Visionary:
Ho ancora in mente, e lo dico con una certa timidezza, il senso di sgomento ed eccitazione che sentii quella sera. E anche un pensiero che mi attraversò il cervello: "Non può essere una coincidenza, Loro vogliono impedirci di fare questo film!"
Cosa poteva essere? Il fatto che l'oggetto si fosse fermato per qualche secondo sembrava escludere che si potesse trattare di un satellite in orbita. Kubrick, alla ricerca di una spiegazione definitiva, e non convinto delle spiegazioni più logiche proposte da Clarke, richiese e compilò il questionario "U.S. Air Force Technical Information" per i fenomeni aerei non identificati e lo riconsegnò il 16 giugno del 1964:

Il modulo sugli oggetti volanti non identificati compilato da Kubrick il 16 giugno del 1964, e il suo disegno con la ricostruzione dell'avvistamento. Fonte: Catalogo della mostra di Stanley Kubrick, Giunti Editore

Come spesso accade, la soluzione era più semplice del previsto. Più avanti, Kubrick scoprì che il New York Times aveva indicato un'ora sbagliata per il passaggio di Echo su New York, traendo in inganno di fatto anche l'Hayden Planetarium; la questione si risolse definitivamente quando l'USAF rispose al questionario compilato dal regista indicando l'ora esatta del passaggio su New York.

Si era trattato, senza alcun dubbio, di Echo, e il fatto che il satellite stesse raggiungendo il suo zenit aveva dato l'illusione che fosse rimasto immobile per qualche istante.

Il satellite Echo durante un test di gonfiaggio, 1960 (fonte)

Antony Frewin, l'assistente di Kubrick che ha riportato l'aneddoto sul suo libro Interviste Extraterrestri, commenta così:
Il mistero era risolto, ma come osservò Kubrick, se lui e Arthur non avessero cercato maggiori informazioni avrebbero passato il resto della loro vita parlando di un UFO se non addirittura di un'astronave extraterrestre, alimentando in tal modo le credenze popolari.
Arthur C. Clarke tornò sull'argomento, anni dopo, nel libro Greetings, Carbon-based bipeds:
Forse quella sera Stanley ed io eravamo in preda ad un tale stato di euforia [dovuto al lavoro sul film] da non essere abbastanza critici come avremmo dovuto...
Per Kubrick, però, la prudenza non era mai troppa: l'anno seguente, durante la pre-produzione di 2001, pensò che per non rovinare di assicurarsi dai Lloyds di Londra contro la scoperta di intelligenza extraterrestre prima dell'uscita del film, ... (I Lloyds rifiutarono).

Stanley Kubrick, 1967-68 (fonte)

Riguardo all'equazione UFO-visitatori alieni, tuttavia, il regista rimase possibilista, come dimostra la famosa intervista concessa a Playboy dopo l'uscita di 2001 (1968):
Penso che il 2% di avvistamenti rimasti inspiegati, per stessa ammissione dell'Aviazione, dal progetto Blue Book dovrebbero portare a una ricerca più seria sull'argomento. [...] Un segno di speranza sul fatto che ci possa essere una discussione più approfondita sul tema è la tardiva ma esemplare conversione del dottor J. Allen Hynek, dal 1948 consulente dell'Aviazione Militare sugli UFO.
[...] Hynek, che una volta ridicolizzava gli avvistamenti di oggetti non identificati, oggi crede che meritino la massima attenzione, e addirittura ammette che le prove disponibili indicano una possibile connessione con la vita extraterrestre. La sua posizione è la seguente: "Sarei sorpreso se uno studio intensivo non portasse a nessun risultato. Al contrario, penso che l'umanità potrebbe essere all'inizio della più grande avventura da quando l'Intelligenza è nata e ha cominciato a rivolgere la sua attenzione verso l'Universo". Sono d'accordo con lui.
Aggiornamento (21/5/2014 h.11.20) ho corretto le frasi riguardo all'Hayden Planetarium, che rendevano poco chiaro il passaggio.

martedì 22 aprile 2014

"Parlammo per otto ore senza sosta": Clarke ricorda il suo primo incontro con Kubrick, cinquant'anni fa oggi, il 22 aprile 1964


Arthur C. Clarke, dal libro The Lost World of 2001:
Quando incontrai Stanley Kubrick per la prima volta, al Trader Vic's, il 22 Aprile 1964, lui aveva già assorbito un'immensa quantità di scienza e di fantascienza, ed stava pericolosamente cominciando a credere ai dischi volanti; credo di essere arrivato appena in tempo per averlo salvato da questa triste fine. 
Sin dall'inizio aveva un'idea molto precisa di quale fosse il suo scopo finale, e stava cercando il miglior modo di avvicinarsi all'argomento. [Kubrick] voleva fare un film sulla relazione dell'Uomo con l'Universo, qualcosa che non era mai stato tentato, tanto meno realizzato, nella storia del cinema.
Ovviamente c'erano già stati innumerevoli film "spaziali", per lo più robaccia. Anche i pochi che erano stati fatti con un certo talento e cura erano stati piuttosto semplificati, preoccupati più dell'eccitazione che il volo spaziale provocava nei ragazzini piuttosto che delle sue profonde implicazioni nella società, nella filosofia e nella religione.
 

Da Odyssey of a Visionary: A Biography di Neil McAleer:
Clarke descrive [Kubrick] come "un newyorkese piuttosto silenzioso, di media statura", ancora privo di quella barba che avrebbe fatto crescere durante la realizzazione di 2001. Era praticamente pallido in viso, notò Clarke, perché era perlopiù un tipo notturno - un fatto che divenne evidente più avanti nella loro relazione lavorativa. [...]
"Parlammo per otto ore senza sosta di fantascienza, Il Dottor Stranamore, i dischi volanti, la politica, il programma spaziale, il senatore Goldwater - e ovviamente, il nostro futuro film." 
 

 



lunedì 31 marzo 2014

Per Kubrick e Clarke, cinquant'anni fa, il giorno del contatto

Oggi celebriamo un altro significativo anniversario nella storia del nostro film preferito: come risultato del pranzo raccontato in un mio articolo precedentecinquanta anni fa esatti (il 31 marzo del 1964) Stanley Kubrick si sedeva di fronte alla sua macchina da scrivere per comporre una lettera per lo scrittore Arthur C. Clarke. Si trattò del loro "primo contatto" diretto.



Ho potuto leggere la lettera originale durante la mia visita al Kubrick Archive di Londra lo scorso Gennaio (ecco la sua catalogazione); ecco l'originale, esposto durante la mostra Star Voyager: Exploring Space on Screen in Australia:





Il testo completo della lettera è stato pubblicato già nel 2012 dallo splendido sito Letters of Note, anche se estratti erano già presenti nel librone The Stanley Kubrick Archives e nel sito del Daily Telegraph). La traduzione è a cura dell'imprescindibile Archivio Kubrick, da me integrata.

* * *
SOLARIS PRODUCTIONS, INC 
31 marzo 1964 

Sig. Arthur C. Clarke
 
Gentile Sig. Clarke: 
è una coincidenza molto interessante che il nostro comune amico Caras l'abbia menzionata in una conversazione a riguardo di un telescopio Questar. Sono un ammiratore dei suoi libri da un bel po' di tempo e ho sempre voluto discutere con lei la possibilità di realizzare il proverbiale "buon film di fantascienza".
I miei interessi principali sono nelle seguenti aree generali, naturalmente dando per scontati un'ottima trama e personaggi:
  1. le ragioni per credere all'esistenza di forme di vita intelligenti al di fuori della Terra;
  2. l'impatto (e forse anche la mancanza di questo impatto in certe aree) che tale scoperta potrebbe avere sulla Terra nel prossimo futuro);
  3. una navicella spaziale che atterri ed esplori la Luna e Marte.
Roger mi ha detto che lei ha in programma di venire a New York questa estate. Ha un programma a cui si deve attenere strettamente? Se non l'avesse, vorrebbe considerare di anticipare il suo arrivo per poterci incontrare, allo scopo di determinare se esista o possa nascere un'idea che ci interessi entrambi a sufficienza per decidere di collaborare a una sceneggiatura? 
Incidentalmente, "Sky & Telescope" pubblicizza un discreto numero di telescopi. Se uno avesse spazio per un telescopio di media grandezza munito di piedistallo, diciamo della grandezza di un treppiede da macchina fotografica, esiste un particolare modello migliore degli altri, come il Questar è tra quelli piccoli e portatili? 
I miei migliori saluti, 
Stanley Kubrick
Ad una prima lettura non si può restare indifferenti di fronte all'ennesimo esempio della straordinaria capacità di Kubrick di approfittare di ogni occasione per estrarre informazioni utili dai propri interlocutori, che si tratti di amici, conoscenti o veri e propri sconosciuti. Quella del telescopio non era infatti una scusa per contattare Clarke: Kubrick era un astronomo dilettante, e soprattutto un fanatico di ogni gadget tecnologico su cui potesse mettere le mani (oggi si definirebbe un 'geek'), si trattasse di registratori, giradischi, mangianastri, telex. Quando arrivarono i computer, ad inizio anni '80, Kubrick fu un utente entusiasta della prima ora.

Ecco quindi che, dopo aver chiesto al famoso scrittore di considerare la possibilità di collaborare per un film, quando Kubrick coglie l'occasione per chiedergli, senza tanti preamboli, un consiglio su un telescopio, ci sembra quasi che fosse il film ad essere una scusa! Ma tant'è, così era fatto il grande regista, non perdeva mai un'occasione per poter imparare qualcosa di nuovo, tanto insaziabile era la sua curiosità.


Quale fu la reazione di Clarke alla lettera di Kubrick? Lo scrittore era già a conoscenza dell'interesse del regista (come ricorderete dal mio articolo precedente aveva già risposto al telegramma di Roger Caras) perciò, come ricorda il biografo di Clarke Neil McAleer in Odyssey
la lettera ravvivò ulteriormente l'interesse di Clarke' nel progetto. [...] "Kubrick è ovviamente un uomo straordinario", scrisse a Caras. [...] "Per una fortunata coincidenza, dovevo già recarmi da lì a poco a New York per completare il lavoro sul libro 'Man in Space' per Time-Life". [...] Prima del viaggio (Clarke) fece una ricerca nel suo archivio di storie già pubblicate alla ricerca di un'ispirazione che potesse essere utilizzata nel film.
Il risultato di questa ricerca, un breve racconto scritto per un concorso della BBC nel 1948 che non si piazzò nemmeno ai primi posti - La sentinella (ecco il testo completo in pdf) - finì per segnare l'intera direzione del progetto-2001 (nonostante le enormi differenze tra essa e il risultante film).


Lasciamo la parola allo stesso Clarke, dall'introduzione del racconto scritta dopo la sua ripubblicazione e ripescata nel pdf appena linkato.
Subito dopo La stella e I nove miliardi di nomi di Dio, credo che La sentinella sia il mio racconto più noto, anche se non per se stesso, ma come spunto da cui nacque 2001: Odissea nello spazio, vent'anni dopo che lo scrissi nel 1948. Mi chiedo se quell'anno ho festeggiato il Natale: il racconto, l'Opera 62 del mio schedario, porta infatti la data 23-26 dicembre. 
Continuo a notare con fastidio che si cita erroneamente La sentinella come "il racconto su cui si basa 2001". In realtà, il racconto assomiglia al film come una ghianda potrebbe assomigliare a una quercia adulta. (Molto meno, anzi, perché nel film compaiono idee di vari altri racconti.) Anche gli elementi che Stanley Kubrick e io abbiamo effettivamente utilizzato sono stati alquanto modificati. Così la "struttura scintillante, di forma quasi piramidale... incastonata nella roccia come una gigantesca gemma dalle mille sfaccettature” divenne - dopo parecchie modifiche - il famoso monolito nero. E la collocazione passò dal Mare delle Crisi al più spettacolare cratere lunare, Tycho, facilmente visibile a occhio nudo dalla Terra in condizioni di luna piena.

La copertina e la prima pagina de La sentinella nella sua prima versione pubblicata, nella rivista inglese 10 Story Fantasy del 1951, sotto il titolo "Sentinella dell'eternità". Fonte: ebay

 Arthur C Clarke con un telescopio Questar a Sri Lanka, negli anni '70. Fonte: tipsimages.com

Il telescopio di Kubrick tornerà di nuovo protagonista nella storia di 2001, in occasione di un presunto avvistamento UFO che il regista e Clarke effettuarono nel 1964, durante la stesura della sceneggiatura preliminare del film. Ma questa, come si suol dire, è un'altra storia.

lunedì 17 febbraio 2014

"Cameriere, c'è un alieno sul tovagliolo!" Cinquant'anni fa, le origini di '2001' in un ristorante di New York

Il 17 febbraio 1964 è una data chiave nella storia di 2001; è il giorno in cui vennero poste le fondamenta del film così come lo conosciamo oggi, ovvero un'opera rivoluzionaria nata dalla fertile collaborazione tra due personaggi geniali come Stanley Kubrick e Arthur C. Clarke.

Il rapporto tra i due è stato definito come un ottimo esempio di matrimonio intellettuale dal protagonista dell'aneddoto di oggi, ovvero Roger Caras, all'epoca direttore del reparto pubblicitario della Columbia Pictures e diventato amico di Kubrick durante la produzione de Il Dottor Stranamore, la brillante satira sulla Guerra Fredda che era appena uscita in America1 e che stava già riscuotendo grande successo di critica.

Roger Caras nel 1966 (fonte: youtube)

Ambientazione della storia, il ristorante preferito da Kubrick a New York, il Trader Vic's, situato tra la Fifth Avenue e la 59esima strada; all'epoca Kubrick viveva lì vicino, in un appartamento su Central Park West. Trader Vic's è una catena di ristoranti a tema polinesiano che attraversò un momento di grande popolarità a metà degli anni '60, quando negli Stati Uniti era di gran moda tutto ciò che veniva dalle isole del Pacifico2.

Il Trader Vic's al Savoy-Plaza di New York (fonte, via tikiroom.com)

Il 17 febbraio del '64 i due si trovavano a pranzare in questo pittoresco contesto, tra maschere tradizionali hawaiiane, decorazioni finto-esotiche e canoe appese al soffitto, quando ad un certo punto Caras rivolse a Kubrick la domanda fatale: che film avrebbe fatto dopo Il Dottor Stranamore?

Come ricordato nella biografia di Arthur C.Clarke,
"Mi prenderai in giro", rispose Kubrick.
"No, non lo farò. Cosa farai?"
"Farò un film sugli extraterrestri", disse Kubrick, aspettando la reazione di Caras.
"Fantastico", disse Caras. "Guarda caso, stasera sarò ospite alla radio in un programma sugli extraterrestri."3
Le cronache e i documenti di produzione ci rivelano che Caras si dimostrò più volte un personaggio chiave nella storia di 2001, ed è giusto ricordarlo anche in coincidenza del tredicesimo anniversario della sua scomparsa, all'età di 72 anni, il 18 febbraio del fatidico 2001. Originario del Massachusetts, veterano della Guerra di Corea, non era solo un produttore cinematografico vecchio stampo, come mi ha raccontato Jan Parker in un'intervista già pubblicata sul blog:
una persona splendida, uno di quei personaggi da film, tipo "produttore hollywoodiano col sigaro"....
Caras era un grande amante della natura e degli animali, tanto che nella seconda metà degli anni '60 lasciò defitivamente il mondo del cinema per diventare un rispettato fotografo e divulgatore naturalistico in TV, ed era anche un ottimo partner di Kubrick dal punto di vista intellettuale, come ricordato da Anthony Frewin:
uomo attento e generoso, dai modi affidabili e simpatici [...] Caras era l'unico della troupe di 2001, oltre a Kubrick, ad aver letto 'Alla ricerca del tempo perduto' dall'inizio alla fine o, almeno, così diceva.4
Roger Caras e uno dei suoi amici pelosi. Fonte: www.historyforsale.com

Caras è il personaggio chiave per la storia di oggi perché il suo amore per la natura, i viaggi e il mare gli aveva fatto conoscere nel 1959 il famoso scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke, che si era trasferito a Ceylon, l'attuale Sri Lanka, spinto dalle stesse passioni oltre che da motivi di salute.

Arthur C. Clarke nel 1964 (fonte)

Secondo un'intervista rilasciata da Caras poco prima della sua scomparsa, all'epoca del pranzo del 17 febbraio 1964 Kubrick aveva (logicamente) ancora idee molto vaghe sul nuovo film che intendeva fare; per spiegarle meglio al suo amico, tra un cocktail Mai Tai e un antipasto grigliato,
Kubrick fece qualche schizzo sui tovaglioli del ristorante con la sua idea per il primo incontro tra l'umanità e gli alieni [...]
Dopo avermi raccontato questa storia, Caras andò verso un armadietto e tirò fuori una cartellina. Disse che Kubrick e Clarke erano gli unici uomini che avesse mai incontrato che potessero essere definiti realmente 'geni'. Sapeva che la loro futura collaborazione doveva meritare di essere preservata storicamente in ogni suo aspetto. 
Dalla cartella, Caras estrasse i tovaglioli del Trader Vic's, che aveva conservato per quasi quarant'anni, e che ancora avevano sopra i disegni di Kubrick per '2001' - quattro anni prima dell'uscita del film nelle sale.5
Kubrick sul set de 'Il Dottor Stranamore (1963) (fonte)

Di nuovo secondo la biografia di Clarke,
Caras poi chiese a Kubrick se aveva già scelto uno scrittore specializzato inn fantascienza per la sceneggiatura per il film, ma il regista rispose che non lo sapeva ancora.
"Sto leggendo tutto di tutti".
Questo, Caras lo sapeva bene, era il modo in cui Kubrick si approcciava ad un nuovo progetto. Il regista aveva individuato i migliori venticinque scrittori di fantascienza, fatte rintracciare dai suoi collaboratori tutte le opere da loro scritte, e lette tutte.
"Perché perdere tempo?" chiese Caras. "Perché non partire dal migliore?"
"Chi?" chiese Kubrick.
"Arthur Clarke", rispose Caras.
"Mah, avevo sentito che è un eremita, un matto che vive su un albero da qualche parte in India" disse Kubrick.
Roger Caras smentì subito la notizia. "Col cavolo. Non è né un eremita né un matto. Se ne sta solo tranquillo a Ceylon."
Il regista chiese a Caras di intercedere subito con l'amico scrittore. Nello stesso giorno Caras mandò una lettera ad Arthur Clarke menzionando il suo pranzo con Kubrick e il di lui interesse in una potenziale collaborazione cinematografica. La lettera, conservata nell'Archivio Kubrick a Londra (ecco la sua catalogazione) è anche citata nel libro di Peter Kramer 2001: A Space Odyssey6.

Caras stesso ricorda il testo di un cablogramma inviato in seguito a Clarke con un'offerta più esplicita, probabilmente derivante dall'insistenza di Kubrick:
STANLEY KUBRICK DOTTOR STRANAMORE ORIZZONTI DI GLORIA ECC INTERESSATO A FARE FILM SU EXTRATERRESTRI STOP INTERESSATO A TE STOP SEI INTERESSATO PUNTO INTERROGATIVO PENSAVA TU FOSSI EREMITA STOP.
Clarke, che non aveva ancora visto Il Dottor Stranamore, ma aveva apprezzato Lolita (film di Kubrick del 1960) rispose subito:
TERRIBILMENTE INTERESSATO A LAVORARE CON L'ENFANT TERRIBLE STOP CONTATTA MIO AGENTE STOP PERCHE' KUBRICK PENSA IO SIA UN EREMITA PUNTO INTERROGATIVO.
E come si dice in questi casi, il resto è storia: Caras passò l'informazione all'agente letterario di di Clarke, Scott Meredith, e nel 1965 lasciò la Columbia per dirigere la Polaris Productions, ovvero la società di produzione che Kubrick creò apposta per 2001.

Una bella foto di Roger Caras scattata da Stanley Kubrick durante la realizzazione di 2001 (fonte: Moonwatcher's Memoir)

* * *

E adesso, un momento per riflettere sulle conseguenze di quel pranzo polinesiano.

E' sicuramente vero, come ha osservato correttamente uno dei biografi di Kubrick, John Baxter7, che se Caras fosse stato amico di Isaac Asimov, Robert Heinlein, Ray Bradbury o di un qualunque degli altri scrittori di fantascienza letti voracemente e sistematicamente da Kubrick, 2001 sarebbe diventato un film molto diverso da quello che conosciamo.

Per esempio, difficilmente il film avrebbe avuto come elemento centrale della trama la scoperta sulla Luna di un manufatto alieno; questa idea venne da Arthur Clarke quando lo scrittore propose a Kubrick, come punto di partenza del loro progetto, il suo racconto del 1948 La sentinella.

E' altrettanto vero che questo tema non era del tutto nuovo della storia della fantascienza; e sarebbe potuto emergere lo stesso nella stesura della sceneggiatura, poiché Kubrick era proprio interessato principalmente - come abbiamo già visto e come vedremo ancora - al tema della plausibilità dell'esistenza degli extraterrestri e al potenziale impatto che la scoperta della loro esistenza avrebbe potuto avere sull'umanità.

Perciò, anche se è indubbiamente affascinante pensare a cosa sarebbe potuto succedere se Kubrick avesse deciso di affrontare la nostalgica e romantica allegoria marziana di Bradbury in Cronache marziane, o la fantaguerra tecnologica di Heinlein in Fanteria dello spazio, è altrettanto importante ricordare che il tema del "Primo Contatto" (per citare Star Trek) è minoritario nelle opere dei vari Asimov, Bradbury e Heinlein; ed è invece ben presente nell'opera di Arthur Clarke, in particolare in un romanzo che ispirò indirettamente 2001, e di cui abbiamo già parlato e parleremo più diffusamente in futuro: Le guide del tramonto (Childood's end, 1952).

Per questi motivi e altri che vedremo in seguito è inevitabile concludere che Caras sia davvero stato l'uomo della provvidenza nel far conoscere i due, come osserva Gene Phillips nell'Encylopedia of Stanley Kubrick:
Clarke condivideva con Kubrick la visione della scienza come "salvatrice dell'umanità, e dell'umanità come razza di potenziali dei destinati alle stelle", come disse un altro scrittore di fantascienza, Brian Aldiss [...] Roger Caras fu il responsabile dell'incontro tra due artisti che avrebbero portato a termine una collaborazione leggendaria, nella storia del cinema, tra regista e sceneggiatore.8
* * *

Il prossimo capitolo della nostra storia verrà scritto il 31 marzo 1964, il giorno in cui Kubrick contattò per la prima volta Clarke di persona. Da lì in poi capiremo meglio perché Caras aveva visto giusto e quale fu il suo successivo contributo al film.

Ci vediamo, allora, cinquant'anni fa! Ma prima di lasciarci, un ultimo regalino: la ricetta del Trader Vic's per il cocktail Mai Tai secondo la International Bartenders Association:

 

4 cl (8 parti) di rum bianco
2 cl (4 parti) di rum scuro
1,5 cl (3 parti) di orange curaçao
1,5 cl (3 parti) di sciroppo di orzata
1 cl (2 parti) di succo di lime fresco

Tutti gli ingredienti tranne il rum scuro vengono agitati nello shaker con il ghiaccio. Si versa nel bicchiere, vi si aggiunge il rum scuro facendolo stratificare in superficie. Viene servito on the rocks in un bicchiere Highball. Guarnizione: ombrellino in carta.



note

1. Per la precisione, il 29 gennaio 1964 (fonti: en.wikipedia.org/wiki/Dr._Strangelove); in Italia il film uscì il 14 maggio 1964. (http://www.imdb.com/title/tt0057012/releaseinfo?ref_=tt_ql_9)
2. Si tratta della cosiddetta moda della Tiki Culture (fonte: en.wikipedia.org/wiki/Tiki_culture).
3. McAleer, Neil; Sir Arthur C. Clarke: Odyssey of a Visionary, RosettaBooks, 2013; pp.190-191.
4. Frewin, Anthony (a cura di); Interviste Extraterrestri, ISBN Edizioni, 2005; p.XVI.
5. Intervista di Lee Pfeiffer a Roger Caras durante la registrazione di un documentario per il DVD de "Il Dottor Stranamore", 2001 (fonte: www.cinemaretro.com). Che bello sarebbe se prima o poi questi tovaglioli saltassero fuori dall'archivio di casa Caras! 
6. Di conseguenza, la data della lettera ci dà la possibilità di datare con precisione il pranzo al Trader Vic's. Krämer, Peter; 2001: A Space Odyssey, British Film Institute, 2010; pp.18-20.
7. Baxter, John; Stanley Kubrick : la biografia, Lindau, 1999; p.244-46.
8. Phillips, Gene; Hill, Rodney (ed.); The Encylopedia of Stanley Kubrick, Phillips & Hill, 2002; p.40.