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mercoledì 15 maggio 2013

Bibliografia - parte 2: 2001 The lost science

Mai, nella storia del cinema, un film è stato più discusso, analizzato, dibattuto di 2001. Ne è prova la sterminata bibliografia di libri, saggi, articoli usciti nelle passate decadi. 

Ma chi avrebbe pensato che ancora nel 2013 ci potesse essere tanto materiale ancora inedito sul capolavoro di Stanley Kubrick? L'esempio più recente è dell'anno scorso, quando senza particolari annunci esce per la casa editrice Apogee Prime il libro 2001: The Lost Science, che è per l'appassionato delle cose 'tecniche' di 2001 l'equivalente di uno scrigno pieno di gioielli trovati per caso nel giardino. L'autore è Adam Johnson, ingegnere aerospaziale e consulente per gli archivi dello U.S. Space and Rocket Center a Huntsville, Alabama.

Hunstville, cittadina dove l'esercito americano installò Wernher Von Braun dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, è ora sede di uno dei musei dedicati allo spazio più importanti d'America: il citato U.S. Space and Rocket Center, dove è conservata dal 1989 la collezione di documenti e l'archivio di Frederick I. Ordway III, il principale consulente scentifico di 2001: Odissea nello spazio. Adam Johnson ha lavorato per due anni alla catalogazione e riordino della donazione, aiutando lo staff del museo a distinguere il materiale appartenente a 2001.

Kubrick con Fred Ordway sul set di 2001 (fonte) Copyright Ordway Collection at U.S.Space & Rocket Center.

Adam è stato così gentile da fare quattro chiacchere col sottoscritto riguardo al film e al libro.

"Ho visto per la prima volta 2001 nel 1970, proiettato nello splendido formato 70 millimetri. Ero molto giovane, ma la visione delle navi spaziali ha fatto velocemente nascere in me la passione del modellismo. Pensavo che il film fosse un documentario; era (ed è ancora) estremamente realistico. Ho capito che volevo lavorare nel mondo della scienza." Johnson è infatti conosciuto dalla comunità di fan del film e di modellisti per i suoi modelli estremamente dettagliati, che si possono vedere qui


"
Ho proposto allo Space and Rocket Center l'idea di un libro quando (organizzando il materiale della collezione Ordway, ndr) ho realizzato di essere capitato per caso in una miniera di informazioni che doveva essere messa a disposizione del grande pubblico. Ci sono voluti due anni per ottenere i diritti per riprodurre tutto; il libro ha quindi ha preso diverse forme in questo lasso di tempo, finché ho deciso che dovesse essere solo una documentazione del lavoro scientifico che Fred (Ordway, ndr) realizzò per Kubrick, invece che un libro di opinioni - come doveva essere all'inizio del progetto. Il libro, come il film, può essere interpretato in diversi modi; è semplicemente la documentazione di un pezzo di storia."

Il libro ha dimensioni piuttusto inusuali per un progetto del genere: si tratta di un volume di 112 pagine dal formato decisamente extralarge (40 centimetri per 30), completamente illustrato a colori e in bianco e nero. Praticamente tutte le immagini sono inedite e rappresentano principalmente i modelli usati da Kubrick per realizzare le scene nello spazio, perciò ci sono molte foto dei modellini dello shuttle Orion III, dello shuttle lunare Aries IB, della stazione spaziale, della base lunare di Clavius, oltre che immagini assolutamente inedite dei satelliti orbitanti che si vedono nella prima scena spaziale. 



le dimensioni del libro confrontate con un noto quotidiano (preso in un giorno a caso)

L'apparizione di alcune di queste piattaforme satellitari (non presenti nel film) è una delle sorprese del libro che mi hanno colpito di più: Johnson spiega che "Nel libro The Lost worlds of 2001 Arthur Clarke ha pubblicato alcuni delle sceneggiature scartate in fase di realizzazione del film; bene, alcuni dei satelliti che vediamo nel libro erano inclusi nella narrazione". Infatti in alcune delle sotto-trame ipotizzate da Clarke venivamo a conoscere che gli astronauti della Discovery erano veterani dello spazio reduci da missioni in orbita attorno a Venere o su Marte; nel libro di Johnson appare appunto una foto di uno di questi laboratori orbitanti. 


Il semplice fatto che alcuni di questi modellini siano stati costruiti e forse anche ripresi la dice lunga sullo stato di "casino organizzato" che regnava nella produzione di 2001; le riprese con gli attori sono cominciate nel dicembre 1965, ma quelle dei modellini solo a fine '66; a quell'epoca, però, la sceneggiatura era ormai definitiva e non citava in nessuna parte la vita degli astronauti della Discovery prima di andare a bordo della Missione Giove.

In un altra immagine inedita vediamo la spiegazione di come l'Orion possa entrare in orbita: in modo del tutto simile alle prime versioni ipotizzate dello Space Shuttle la navetta era posata su un vettore che si sganciava dopo aver raggiunto la velocità e l'altitudine necessaria. Non è un caso: "Molti dei concetti e dei disegni poi utilizzati dal programma spaziale NASA sono stati elaborati allo Space and Rocket Center negli anni '50 e '60, e sono serviti come ispirazione a Harry Lange e Anthony Masters" (il primo era l'altro principale consulente tecnico di Kubrick; il secondo era lo scenografo del film).

Un altro modellino mai utilizzato nel film e che vediamo in costruzione nel libro è il modello del Titov V, l'equivalente sovietico dello shuttle Orion della Pan-Am: Johnson ricorda che "Il modello della Titov era completo solo per 3/4 e Kubrick a questo punto lo volle come 'riempitivo' nel negozio della Hilton che vediamo nel film nelle scene della stazione spaziale. Nello stessa scena si vede un prototipo di legno di 45 cm. dell'Orion." Qualche immagine del modello riprodotto da Johnson è disponibile nel suo blog, mentre ecco una foto di scena in cui si vede il negozio con tutti i modellini, bambole degli astronauti (!), rocce lunari (Il Titov è quello più a destra):




La maggior parte del libro è dedicato alla Discovery I, la nave che porta gli astronauti verso Giove, che vediamo in tutti i suoi aspetti di progettazione e costruzione (compresa le docce e i servizi igenici, che del resto dovevano pur essere da qualche parte!)


alcune delle immagini del modello della Discovery in costruzione

Un altro aspetto che mi ha colpito è la presenza profonda della ditta Honeywell sul set della Discovery: molte delle attrezzature utilizzate nel film portano il marchio con la H, ma diversamente da altre marche, che vengono riprese più volte e appaiono con una certa preminenza (IBM, Pan-Am, Hilton, Howard Johnson's) il logo della Honeywell, che era anche uno dei fornitori della NASA nel programma Apollo, non appare mai nel film definitivo. A questo proposito Johnson ricorda che "le ditte vennero contattate da Ordway a soli fini di consulenza; in cambio era stata garantita pubblicità, ma era Kubrick che aveva la parola definitiva per dove posizionare la cinepresa..."

L'aspetto singolo più impressionante del libro è il restauro curato da Johnson delle cianografie e dei disegni originali del team che costruì i modellini del libro: "Il lavoro è durato un anno, e ne ho ancora 50 da completare e pubblicare. Ho intenzione di continuare a pubblicarli man mano che saranno disponibili; infatti altri due libri sono in lavorazione in questo momento, e per uno di questi sono una sorta di co-autore, anche se per adesso non posso dare maggiori dettagli."


uno spettacolare esempio dei restauri eseguiti da Adam Johnson sule cianografie originali

Tutto il libro è accompagnato dalle didascalie e documenti originali di Fred Ordway, che sempre secondo Adam Johnson "è un tipo allegro e simpatico; è tuttora attivo come consulente aeronautico e sono colpito dal fatto che consideri 2001 come la parte migliore della sua vita, e che ami raccontare le sue esperienze sul set. Sono onorato di portare avanti la sua eredità".

Un ultima curiosa osservazione: molti di voi avranno notato come, nella navetta sferica che porta il Dottor Floyd dalla Stazione Spaziale alla Luna, la hostess compie un giro di 180° per raggiungere la cabina di pilotaggio... che però appare dall'esterno come collocata perpendicolarmente, cioè a 90°, rispetto al piano passeggeri (in cui Floyd mangia, dorme e riceve la visita del comandante).

 

disegni di Agostino Ambrosio dal suo blog

Adam Johnson conferma che la scena è stata concepita di proposito in questo modo, e che non si tratta di un errore: "Kubrick non si è interessato che la ripresa fosse coincidente con i piani originali della navetta: il set con la cucina Whirlpool e il passaggio 'circolare' è stato costruito esclusivamente per scopi scenografici, mentre Masters e Ordway l'avevano concepito come parte del piano inferiore, sotto alla sezione passeggeri, quello con l'entrata alla nave". E' una bella conferma di come Kubrick non fosse poi troppo fissato, anche se estremamente attento, riguardo alla questione del realismo estremo del film; il regista era ben disposto a sacrificarlo per una scena con un potenziale spettacolare più alto.

Ci sarebbero diversi altri aspetti spettacolari del libro che potremmo analizzare; alcuni sono citati in modo esauriente nella recensione di Filippo Ulivieri su Archiviokubrick.it; per esempio il DVD incluso con il libro. Altre belle immagini del libro sono disponibili a questi indirizzi: i blog scalemodelnews.com e cookie2001.exblog.jp e il forum propsummit.com

Non voglio dilungarmi oltre ma credo di aver dato un'idea sufficiente di un'opera che entra di diritto nello scaffale dell'appassionato di 2001 di fianco a Moonwatcher's Memoir di Dan Richter e 2001: filming the future di Piers Bizony. Ringrazio Adam Johnson per la sua essenziale opera di restauro, conservazione e pubblicazione di un materiale che è parte integrante della storia del cinema, e invito gli interessati ad acquistare il volume dal sito ufficiale della casa editrice.

mercoledì 10 aprile 2013

Bibliografia - parte 1: gli essenzali

Nella serie di articoli che inauguro oggi intendo presentare una rassegna il più possibile esauriente sulle fonti disponibili su 2001: Odissea nello spazio.

Se è vero che 2001 è uno dei film più discussi nella storia del cinema, è altrettanto che vero che non tantissime sono le fonti che si potrebbero definire "essenziali". Consideriamo queste come quelle che raccolgono le testimonianze dirette di Kubrick, Clarke e dei loro collaboratori nella produzione del film: sono quelle che potremmo chiamare "fonti primarie", mutuando e adattando ai nostri scopi un termine usato in storiografia. Vediamole, accompagnate da una piccola recensione e dalla segnalazione sulla disponibilità su Amazon e (sono un bibliotecario....) nelle Biblioteche d'italia.

Ah, i romanzi di Arhur C.Clarke saranno trattati in un articolo a parte.


The Making of Kubrick's 2001
 a cura di Jerome Agel, Signet Classics, The New American Library, New York 1970; 368 pp.

Vero e proprio classico e capostipite dei libri sul "making of" di un film, mai più ristampato, il volume raccoglie una serie di recensioni dell'epoca, vignette e parodie del film, lettere al regista con reazioni degli spettatori, e sopratttto 96 pagine di rare foto in bianco e nero, che nonostante siano piccole sono in buona definizione e stampate su carta ad alta qualità (alcuni esempi qui, qui e qui.)
Le didascalie delle illustrazioni sono curate direttamente da Kubrick e dai suoi collaboratori alla realizzazione degli effetti speciali del film. Fondamentale.
Reperibilità: ultimamente si trova piuttosto spesso su Amazon.it e Amazon.co.uk (qui e qui) a prezzi tutto sommato ragionevoli. UPDATE 23/5/2013 disponibile qui (solo per scopi educativi, come dice il sito...)
Consultabile nelle biblioteche di: Genova, Bologna, Macerata, Padova, Torino (dettagli nel sito del Catalogo nazionale qui e qui)


2001: filming the future
Piers Bizony, Aurum Press, London 2001; 176 pp.

Ottimo lavoro di ricostruzione sul "making" del film, Piers Bizony (già autore di una bella biografia di James Webb, amministratore della NASA ai tempi dell'Apollo) si avvantaggia dell’arco di tempo passato dal film e mette insieme una notevole raccolta iconografica, oltre che interviste e contributi inediti. Belle le immagini, che comprendono illustrazioni schematiche delle navi spaziali del film realizzate da Simon Atkinson. Davvero un libro notevole, riveduto e corretto nella seconda edizione (la prima era del 1994) che amplia la sezione dedicata alla creazione delle sequenze dell'alba dell'uomo.
Reperibilità: Amazon.it e Amazon.co.uk a prezzi altini.
Consultabile nelle biblioteche di: Bologna, Padova, Torino, Rimini (anche in francese; dettagli nel sito del Catalogo nazionale qui, qui e qui)


The Making of 2001: A space Odyssey
a cura di Stephanie Schwam, The Modern Library, New York, 2000; 326 pp.

Sostanzialmente una versione moderna del libro di Agel, ovvero una raccolta di articoli e contributi apparsi negli anni su 2001, tra cui due rare interviste a Kubrick e Clarke. Mancando completamente di una sezione illustrata, e nonostante alcuni dei contenuti siano ivi ripetuti da Agel, è un buon complemento al suo predecessore; contiene anche i capitoli più interessanti del libro di Arthur Clarke che recensisco più giù.
Reperibilità: facile, su Amazon.it, economico e anche in formato ebook.
Consultabile nelle biblioteche di: Bologna e Torino (dettagli nel sito del Catalogo nazionale qui e qui


Stanley Kubrick - Interviste Extraterrestri 
a cura di Anthony Frewin, ISBN Edizioni, 2006; 268 pp.
trad.di Are We Alone? The Stanley Kubrick Extraterrestrial intelligence interviews, Elliott & Thompson Limited; 2005; 320 pp.

Trascrizione integrale di tutte le interviste a scenziati, filosofi e teologi che Kubrick aveva fatto riprendere e pensato di inserire come prologo del film - alcune erano state pubblicate nel libro di Agel. L'idea è stata poi scartata; alcuni scienziati ne approfittano adesso per commentare in modo interessante le proprie risposte di 40 anni prima. Contiene alcune immagini in bianco e nero finora inedite e un saggio di Anthony Frewin, collaboratore di lungo corso del regista, che inquadra in modo interessante il lavoro di preparazione delle interviste e include una ampia bibliografia sulle fonti usate da Kubrick per la pre-produzione del film. Ottima la traduzione italiana; la copertina che mostriamo è della ristampa.
Reperibilità: facile, su Amazon.it.
Consultabile nelle biblioteche di: un bel pò di posti (dettagli nel sito del Catalogo nazionale qui e qui)  


Moonwatcher's Memoir: a Diary of 2001: a Space Odyssey
Daniel Richter, Carroll & Graf, 2002; 160 pp.

Il libro è la testimonianza, in forma di diario, dell'avventura dell'attore-mimo Daniel Richter, che ha intepretato Guarda-la-luna (ovvero Moonwatcher) nelle scene L'alba dell'uomo. Richter, molto umile e sempre pieno di dubbi, preferisce far parlare gli altri piuttosto che porsi al centro della scena, e questo ci dà modo di conoscere anche altri personaggi secondari nella realizzazione del film. L'attore affronta anche in modo sincero il problema della sua dipendenza dalla droga. Contiene foto inedite in bianco e nero ed è un indispensabile voce alternativa sulla realizzazione del film. Alcuni estratti sono disponibili qui e presso il sito ufficiale dell'autore.
Reperibilità: costoso, su Amazon.it e Amazon.co.uk
Consultabile nelle biblioteche di: Ahimè, da nessuna parte in Italia.


2001: Odissea nello spazio - Dizionario ragionato
Giuseppe Lippi, Le Mani-Microart'S, 2008; 224 pp.

Valida opera del giornalista e scrittore di fantascienza Giuseppe Lippi, curatore del celebre mensile di fantascienza Urania, il volume è una raccolta di più di duecento voci che coprono tutti gli aspetti del film: concezione, realizzazione, critica. Ottimo compendio della duemilaunologia attuale, comprende anche disegni (pochi ma buoni) degli autori italiani Franco Brambilla e Marcello Piu, nonchè contributi originali di Fruttero & Lucentini, Michel Ciment, Lorenzo Codelli e Jean Paul Dumont oltre che tre pagine manoscritte di Kubrick finora inedite provenienti dal Fondo Walker di Gemona. Buona la bibliografia, pochi gli errori da correggere (nei particolari sul cast, per esempio) in un'auspicabilissima seconda edizione, già adesso è altamente consigliato soprattutto per il lettore italiano che non volesse cimentarsi con gli altri testi in inglese. Facile reperibilita e favorevole rapporto prezzo/qualità. Recensione sul blog di Urania.
Reperibilità: facile, su Amazon.it.
Consultabile nelle biblioteche di: un bel pò di posti (dettagli nel sito del Catalogo nazionale qui)   



2001: Una capsula del tempo 
a cura di Don Shay e Judi Duncan; CineFeX Italia, numero 1 - Novembre 2001; Imago Edizioni, 2001; trad.italiana di Cinefex n.85, April 2001

Ottimo saggio di una cinquantina di pagine sulla realizzazione del film, si tratta di un progetto tenuto in frigorifero fin dagli anni '70, ripreso negli anni '80 e pubblicato solo nel 2001. Il lavoro di Shay e Duncan ha dunque il pregio di riproporre dopo tanti anni interviste a protagonisti ormai scomparsi o che raramente hanno concesso interviste o dichiarazioni. La versione italiana soffre di una traduzione dalla qualità incostante, ma lodevole per lo sforzo titanico in quanto la versione originale è infarcita di tecnicismi. Curiosamente, qui le immagini sono di risoluzione e dimensioni a volte diverse (e migliori) rispetto all'originale inglese. Per un esempio della versione inglese si può vedere questo blog.
Reperibilità: Da richiedere alla casa editrice qui; l'originale inglese è richiedibile qui. (C'è anche una app per iPad ma il n.85 non è ancora disponibile al momento in cui scrivo).
Consultabile nelle biblioteche di: bisogna approfondire perchè si tratta di un periodico, ma direi - per quanto riguarda la versione italiana - Bologna, Rimini e Roma (dettagli nel sito del Catalogo nazionale qui e in quello dei periodici qui)


The Lost Worlds of 2001
Arthur C. Clarke, Signet, The New American Library, New York, 1972, 240 pg.

Personale resoconto di Arthur C. Clarke sulla nascita e creazione di 2001, in cui scopriamo anche diversi finali alternativi del romanzo, che per la verità occupano la maggior parte del libro; inoltre i capitoli più interessanti sono inclusi nel libro di Schwam di cui sopra.
Reperibilità: Ristampato nell'80 e nell'82, è di facile ed economica reperibilità su Amazon.it. Scaricabile anche in PDF qui.
Consultabile nelle biblioteche di: Biblioteca del Museo del cinema di Torino


Non ho risposte semplici. Il genio del cinema si racconta
Stanley Kubrick, Minimum Fax 2007, 291 pp.
trad.di Stanley Kubrick: Interviews, a cura di G.Phillips, Univ.Pr.of Mississipi, 2001

Ottima raccolta di interviste a Kubrick, ben cinque (per un totale di 88 pagine) su sedici sono state raccolte negli anni di Odissea nello Spazio. La maggior parte sono tradotte in italiano per la prima volta. Le cinque interviste sono:  
  • Beyond the Stars (disponibile in inglese qui) e Profile: Stanley Kubrick (disponibile in inglese qui) di Jeremy Bernstein;
  • la celebre Playboy Interview di Eric Nordern (disponibile in inglese qui e tradotta in italiano anche in un raro volume del 1997 recensito qui in fondo alla pagina);
  • A Talk with Stanley Kubrick about 2001 di Maurice Rapf;
  • The Film Director as a Superstar di Joseph Gelmis (disponibile in italiano anche qui).
Bello il sito della Minimum Fax che raccoglie le recensioni della stampa italiana e un estratto con un'intervista dedicata ad Arancia Meccanica. Vi segnalo una interessante recensione su questo blog.
Da segnalare come nella versione inglese, che è quella che ho consultato, il curatore Gene Phillips (che nei suoi libri e nelle sue interviste potè contare sulla collaborazione diretta di Kubrick) traccia un interessante analisi sull'atteggiamento del regista verso 2001, attraverso le risposte alle interviste man mano che gli anni passano.
Reperibilità: la versione italiana è attualmente fuori catalogo; si può provare a controllare su ebay. Su Amazon.it è di facile reperibilità la versione in inglese, che è visibile in anteprima su Google Books. Per fortuna la versione italiana è disponibile in un sacco di biblioteche.