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venerdì 5 giugno 2015

Più che un'estate, un'Odissea!

Ottime notizie per quest'estate 2015! Saranno tante le occasioni per vedere il nostro film preferito nei cinema e nelle piazze italiane.

Cominciamo con il Museo Nazionale del Cinema di Torino che organizza – dal 3 al 30 giugno 2015 al Cinema Massimo – una retrospettiva quasi integrale dedicata a Kubrick.

"2001: Odissea nello spazio" verrà proiettato Sabato 13 giugno alle 18.30; Domenica 21 giugno alle 18.15 e Venerdì 26 giugno alle 21.00. (Maggiori info: www.cinemamassimotorino.it/?p=14423 e www.museocinema.it/closeup.php?id=830)


Venerdì 26 giugno alle ore 21,45, a Milano, proiezione di '2001' in 70 mm. presso il Cinema Arianteo all'aperto (presso il Mercato Metropolitano in zona Porta Genova in via Valenza n.2)- info: www.spaziocinema.info/news/arianteo-milano-2015


E chiudiamo in bellezza con la mia città, Bologna: Sabato 4 luglio, alle ore 21 in Piazza Maggiore,  proiezione di '2001' in 70 mm. in occasione della rassegna Il cinema Ritrovato.


 Dopo, possiamo anche andare al mare.

lunedì 25 agosto 2014

Kubrick, George Best e la Coppa del Mondo del '66

Stanley Kubrick si trovò di certo di fronte ad una lunga serie di ostacoli durante la realizzazione di 2OO1 - organizzativi, tecnici, economici... Ma chi se lo immaginava che sul suo percorso si fosse andata a piazzare anche la finale dei Mondiali di calcio del 1966?

fonte: catalogo della mostra "Stanley Kubrick", ed.tedesca, p.281

La storia che segue è solo un esempio di quello che potrete trovare nel clamoroso libro della Taschen The Making of Stanley Kubrick's 2OO1, uscito in edizione limitata il mese scorso e subito esaurito. E' però ancora disponibile un'altra versione, sebbene costosetta, che include anche una litografia autografa dell'artista Brian Sanders, quindi chi è interessato può ordinarlo dal sito medesimo o dai distributori italiani di libri.it.


Nel 1966 l'Inghilterra era la nazione organizzatrice dell'Ottava edizione della Coppa del Mondo di Calcio, che si tenne dall'11 al 30 Luglio. Tutte le partite dell'Inghilterra vennero giocate nel mitico stadio di Wembley; solo 15 chilometri più a nord, negli studi MGM di Borehamwood, stavano per concludersi le riprese live action (ovvero con attori) delle sequenze "spaziali" di 2OO1. La sezione "L'Alba dell'Uomo" era ancora in fase di studio e sarebbe stata girata solo nell'agosto-settembre 1967, e la troupe si era messa al lavoro sulle sequenze degli effetti speciali.

Tali riprese richiesero una quantità senza precedenti di prove e sperimentazioni e durarono più di 18 mesi, principalmente poiché Kubrick era deciso ad un approccio "senza compromessi" per quanto riguardava l'aspetto dei modellini, in modo da rompere con il look non abbastanza verosimile che questi avevano finora avuto nel cinema di fantascienza. Il regista decise di esplorare ogni strada possibile, tra il tentativo di migliorare le tecniche di ripresa pre-esistenti e lo sviluppo di nuove metodologie.

Questo sforzo portò, per esempio, alla costruzione di un modello della Discovery lungo 16 metri (probabilmente ancor'oggi il modello di una nave spaziale più grande mai costruito per un film). Sarebbe stato impossibile, come si faceva usualmente, muovere il modellino attorno alla cinepresa: in questo caso era questa a muoversi attorno al modello, lungo una rotaia di una cinquantina di metri, per mezzo di un massiccio meccanismo a ruota dentata importato apposta da una fabbrica automobilistica di Detroit. Utilizzando questo meccanismo di precisione, facendo muovere lentissimamente la cinepresa ed impressionando solo pochi frame al secondo, con un'apertura ridottissima dell'obiettivo della macchina da presa, la squadra di effetti speciali capeggiata da Wally Veevers riuscì a ottenere una profondità di campo tale da avere la lunghissima Discovery a fuoco e nitidissima da un capo all'altro. Tale processo era talmente lento che venne descritto da Kubrick "come fissare la lancetta delle ore di un orologio".

Una rara immagine della Discovery lunga 16 metri. Kubrick aveva vietato di proposito fotografie di questo innovativo "modellone". Fonte: douglastrumbull.com

Lo stesso lentissimo metodo venne usato per girare la splendida sequenza in cui la stazione spaziale ruota attorno al proprio asse, con stupenda ed inarrivabile fluidità, nella scena in cui Floyd la raggiunge a bordo dell'Orion. Poiché per ottenere pochi minuti di filmato utile bisognava far muovere la macchina da presa per ore, non era ovviamente possibile accorgersi di problemi nel movimento dei modellini (per esempio oscillazioni o movimenti imprevisti degli stessi o della macchina da presa) se non dopo aver sviluppato la pellicola, cosa che a volte avveniva molto tempo dopo, e obbligava il già esausto team di effetti speciali a rigirare la scena.

Un giorno, controllando queste riprese risalenti a qualche settimana prima, Kubrick si accorse di un tremore evidente ed improvviso della stazione spaziale, che era sembrata letteralmente "sbandare da un lato all'altro dello schermo". Una veloce ricerca nei diari di produzione rivelò che quella particolare ripresa era stata effettuata nel pomeriggio del 30 Luglio. Cos'era successo?

Il modello della stazione spaziale aveva il diametro di quasi tre metri. Fonte: douglastrumbull.com

Molto semplicemente, la sequenza era stata girata esattamente durante la finale della Coppa del Mondo tra Inghilterra e Germania Ovest. Molti membri dello staff erano venuti a lavorare quel giorno solo a condizione di poter piazzare un televisore negli studi, in modo da poter dare un'occhiata di tanto in tanto...  Allo stesso tempo, nello studio di ripresa di fianco, il modello della stazione spaziale ruotava lentamente, ripreso al ritmo di un fotogramma ogni sei secondi - e per soli diciotto secondi, vale a dire tre fotogrammi, a metà strada del girato, il pavimento aveva tremato. Verso le 17, tutti avevano saltato di gioia all'unisono - Geoff Hurst aveva segnato il gol vincente dell'Inghilterra!

Geoff Hurst segna il gol vincente della finale dei Mondiali: risultato finale, Inghilterra 4 Germania Ovest 2.

Il capitano inglese Bobby Moore con la Coppa Rimet (il trofeo che veniva assegnato all'epoca ai Campioni del Mondo, poi rimpiazzato dal 1974 dalla Coppa FIFA)

Nonostante la Coppa del Mondo avesse interferito con la realizzazione del suo capolavoro, Kubrick non se ne ebbe troppo a male. Sì, continuava a restare un newyorkese, tanto da farsi spedire videocassette di football americano da sua sorella rimasta negli USA, e in seguito - con l'arrivo dell'epoca delle pay-tv - gli piaceva gustarsi i playoff dell'NFL. Ma, come residente in Inghilterra da metà degli anni '60, era anche diventato capace di apprezzare il nostro calcio, e amava chiacchierarne con amici come il suo attore e futuro assistente Leon Vitali.

Citando di nuovo la figlia Katharina,
Mi ricordo che gli piaceva la squadra in cui giocava George Best - era il Manchester United? Era un grande fan di George Best. Ma non credo fosse "tifoso" di qualche squadra in particolare. Credo guardasse una partita quando le squadre giocavano bene, quando era un bello spettacolo da vedere - alcune partite sono noiose, e altre invece hanno giocatori interessanti.
Source: georgebest.com

E quel bellissimo modello della stazione spaziale? Sopravvissuto al "terremoto" causato dalla Coppa del Mondo, qualche anno dopo fu caricato per errore da una ditta incaricata di trasferire i magazzini della MGM e trasportato in una discarica lì vicino. Uno studente locale fece in tempo a scattare qualche foto, ma essendo in Vespa non riuscì a portarsi via niente - quando tornò con un mezzo più adeguato il tutto era già stato sfasciato da ignoti ragazzini del posto.



venerdì 2 maggio 2014

Under construction

While I'm hard at work preparing new posts for 2001italia, why don't you check out my other site, http://2001italia.tumblr.com/, where I blog & reblog interesting 2001-related content from the web?

Mentre preparo nuovi articoli inediti per 2001italia, perché non dare un'occhiata al mio altro sito, http://2001italia.tumblr.com/, dove posto roba interessante, sempre relativa a 2001, pescata in giro su internet?





martedì 22 aprile 2014

"Parlammo per otto ore senza sosta": Clarke ricorda il suo primo incontro con Kubrick, cinquant'anni fa oggi, il 22 aprile 1964


Arthur C. Clarke, dal libro The Lost World of 2001:
Quando incontrai Stanley Kubrick per la prima volta, al Trader Vic's, il 22 Aprile 1964, lui aveva già assorbito un'immensa quantità di scienza e di fantascienza, ed stava pericolosamente cominciando a credere ai dischi volanti; credo di essere arrivato appena in tempo per averlo salvato da questa triste fine. 
Sin dall'inizio aveva un'idea molto precisa di quale fosse il suo scopo finale, e stava cercando il miglior modo di avvicinarsi all'argomento. [Kubrick] voleva fare un film sulla relazione dell'Uomo con l'Universo, qualcosa che non era mai stato tentato, tanto meno realizzato, nella storia del cinema.
Ovviamente c'erano già stati innumerevoli film "spaziali", per lo più robaccia. Anche i pochi che erano stati fatti con un certo talento e cura erano stati piuttosto semplificati, preoccupati più dell'eccitazione che il volo spaziale provocava nei ragazzini piuttosto che delle sue profonde implicazioni nella società, nella filosofia e nella religione.
 

Da Odyssey of a Visionary: A Biography di Neil McAleer:
Clarke descrive [Kubrick] come "un newyorkese piuttosto silenzioso, di media statura", ancora privo di quella barba che avrebbe fatto crescere durante la realizzazione di 2001. Era praticamente pallido in viso, notò Clarke, perché era perlopiù un tipo notturno - un fatto che divenne evidente più avanti nella loro relazione lavorativa. [...]
"Parlammo per otto ore senza sosta di fantascienza, Il Dottor Stranamore, i dischi volanti, la politica, il programma spaziale, il senatore Goldwater - e ovviamente, il nostro futuro film." 
 

 



lunedì 31 marzo 2014

Per Kubrick e Clarke, cinquant'anni fa, il giorno del contatto

Oggi celebriamo un altro significativo anniversario nella storia del nostro film preferito: come risultato del pranzo raccontato in un mio articolo precedentecinquanta anni fa esatti (il 31 marzo del 1964) Stanley Kubrick si sedeva di fronte alla sua macchina da scrivere per comporre una lettera per lo scrittore Arthur C. Clarke. Si trattò del loro "primo contatto" diretto.



Ho potuto leggere la lettera originale durante la mia visita al Kubrick Archive di Londra lo scorso Gennaio (ecco la sua catalogazione); ecco l'originale, esposto durante la mostra Star Voyager: Exploring Space on Screen in Australia:





Il testo completo della lettera è stato pubblicato già nel 2012 dallo splendido sito Letters of Note, anche se estratti erano già presenti nel librone The Stanley Kubrick Archives e nel sito del Daily Telegraph). La traduzione è a cura dell'imprescindibile Archivio Kubrick, da me integrata.

* * *
SOLARIS PRODUCTIONS, INC 
31 marzo 1964 

Sig. Arthur C. Clarke
 
Gentile Sig. Clarke: 
è una coincidenza molto interessante che il nostro comune amico Caras l'abbia menzionata in una conversazione a riguardo di un telescopio Questar. Sono un ammiratore dei suoi libri da un bel po' di tempo e ho sempre voluto discutere con lei la possibilità di realizzare il proverbiale "buon film di fantascienza".
I miei interessi principali sono nelle seguenti aree generali, naturalmente dando per scontati un'ottima trama e personaggi:
  1. le ragioni per credere all'esistenza di forme di vita intelligenti al di fuori della Terra;
  2. l'impatto (e forse anche la mancanza di questo impatto in certe aree) che tale scoperta potrebbe avere sulla Terra nel prossimo futuro);
  3. una navicella spaziale che atterri ed esplori la Luna e Marte.
Roger mi ha detto che lei ha in programma di venire a New York questa estate. Ha un programma a cui si deve attenere strettamente? Se non l'avesse, vorrebbe considerare di anticipare il suo arrivo per poterci incontrare, allo scopo di determinare se esista o possa nascere un'idea che ci interessi entrambi a sufficienza per decidere di collaborare a una sceneggiatura? 
Incidentalmente, "Sky & Telescope" pubblicizza un discreto numero di telescopi. Se uno avesse spazio per un telescopio di media grandezza munito di piedistallo, diciamo della grandezza di un treppiede da macchina fotografica, esiste un particolare modello migliore degli altri, come il Questar è tra quelli piccoli e portatili? 
I miei migliori saluti, 
Stanley Kubrick
Ad una prima lettura non si può restare indifferenti di fronte all'ennesimo esempio della straordinaria capacità di Kubrick di approfittare di ogni occasione per estrarre informazioni utili dai propri interlocutori, che si tratti di amici, conoscenti o veri e propri sconosciuti. Quella del telescopio non era infatti una scusa per contattare Clarke: Kubrick era un astronomo dilettante, e soprattutto un fanatico di ogni gadget tecnologico su cui potesse mettere le mani (oggi si definirebbe un 'geek'), si trattasse di registratori, giradischi, mangianastri, telex. Quando arrivarono i computer, ad inizio anni '80, Kubrick fu un utente entusiasta della prima ora.

Ecco quindi che, dopo aver chiesto al famoso scrittore di considerare la possibilità di collaborare per un film, quando Kubrick coglie l'occasione per chiedergli, senza tanti preamboli, un consiglio su un telescopio, ci sembra quasi che fosse il film ad essere una scusa! Ma tant'è, così era fatto il grande regista, non perdeva mai un'occasione per poter imparare qualcosa di nuovo, tanto insaziabile era la sua curiosità.


Quale fu la reazione di Clarke alla lettera di Kubrick? Lo scrittore era già a conoscenza dell'interesse del regista (come ricorderete dal mio articolo precedente aveva già risposto al telegramma di Roger Caras) perciò, come ricorda il biografo di Clarke Neil McAleer in Odyssey
la lettera ravvivò ulteriormente l'interesse di Clarke' nel progetto. [...] "Kubrick è ovviamente un uomo straordinario", scrisse a Caras. [...] "Per una fortunata coincidenza, dovevo già recarmi da lì a poco a New York per completare il lavoro sul libro 'Man in Space' per Time-Life". [...] Prima del viaggio (Clarke) fece una ricerca nel suo archivio di storie già pubblicate alla ricerca di un'ispirazione che potesse essere utilizzata nel film.
Il risultato di questa ricerca, un breve racconto scritto per un concorso della BBC nel 1948 che non si piazzò nemmeno ai primi posti - La sentinella (ecco il testo completo in pdf) - finì per segnare l'intera direzione del progetto-2001 (nonostante le enormi differenze tra essa e il risultante film).


Lasciamo la parola allo stesso Clarke, dall'introduzione del racconto scritta dopo la sua ripubblicazione e ripescata nel pdf appena linkato.
Subito dopo La stella e I nove miliardi di nomi di Dio, credo che La sentinella sia il mio racconto più noto, anche se non per se stesso, ma come spunto da cui nacque 2001: Odissea nello spazio, vent'anni dopo che lo scrissi nel 1948. Mi chiedo se quell'anno ho festeggiato il Natale: il racconto, l'Opera 62 del mio schedario, porta infatti la data 23-26 dicembre. 
Continuo a notare con fastidio che si cita erroneamente La sentinella come "il racconto su cui si basa 2001". In realtà, il racconto assomiglia al film come una ghianda potrebbe assomigliare a una quercia adulta. (Molto meno, anzi, perché nel film compaiono idee di vari altri racconti.) Anche gli elementi che Stanley Kubrick e io abbiamo effettivamente utilizzato sono stati alquanto modificati. Così la "struttura scintillante, di forma quasi piramidale... incastonata nella roccia come una gigantesca gemma dalle mille sfaccettature” divenne - dopo parecchie modifiche - il famoso monolito nero. E la collocazione passò dal Mare delle Crisi al più spettacolare cratere lunare, Tycho, facilmente visibile a occhio nudo dalla Terra in condizioni di luna piena.

La copertina e la prima pagina de La sentinella nella sua prima versione pubblicata, nella rivista inglese 10 Story Fantasy del 1951, sotto il titolo "Sentinella dell'eternità". Fonte: ebay

 Arthur C Clarke con un telescopio Questar a Sri Lanka, negli anni '70. Fonte: tipsimages.com

Il telescopio di Kubrick tornerà di nuovo protagonista nella storia di 2001, in occasione di un presunto avvistamento UFO che il regista e Clarke effettuarono nel 1964, durante la stesura della sceneggiatura preliminare del film. Ma questa, come si suol dire, è un'altra storia.

giovedì 13 marzo 2014

Tutti i personaggi e interpreti di '2001', parte 2: a bordo dell'Aries

Benvenuti alla seconda puntata della serie dedicata a TUTTI gli attori che sono comparsi in 2001 (la prima parte è qui). Oggi ci concentriamo su passeggeri ed equipaggio dello shuttle Aries-1B.


In ordine di grado, cominciamo con il Comandante, che fu interpretato da Ed Bishop. Di lui (futuro Comandante Straker in U.F.O.) abbiamo già parlato diffusamente qui.


Glenn Beck è il co-pilota, ruolo che curiosamente aveva già intepretato nel precedente film di  Kubrick, Il Dottor Stranamore (1964) e che interpreterà ancora nel film Finders Keepers del 1966 (in cui l'altro pilota è il collega Burnell Tucker. che interpretò il fotografo nelle scene sulla Luna in 2001).

Di sicuro Glenn sta molto meglio con l'uniforme bianca!

Edwina Carroll, attrice e modella con origini anglo-irlandesi ma nata a Yangon (la vecchia Rangoon, nello stato del Myanmar) interpreta la hostess che compie la celebre camminata sul soffitto.



Formatasi come ballerina professionista, Edwina ha interpretato numerosi piccoli ruoli nel cinema e alla TV inglese; ricordiamo una comparsata nel film Il mondo di Suzie Wong (1960) in cui il direttore della fotografia è il grande Geoffrey Unsworth, che sarà il direttore di fotografia in 2001, e in cui appaiono alcuni quadri dell'artista Liz Moore che in 2001 realizzerà il 'bambino-delle-stelle' (ne abbiamo già parlato qui).

La Carroll viene ricordata dai fan di fantascienza per il suo ruolo nel primo episodio della serie U.F.O. - sì, ancora Ed Bishop! - mentre il resto del pubblico anglofono la ricorda soprattutto come protagonista di una campagna pubblicitaria piuttosto popolare dei tappeti BMK:


Poichè in 2001 Edwina appare proprio in una scena in cui si vede un incontro di judo in televisione, mi chiedo se la BMK abbia giocato su questa associazione nel sceglierla per la campagna pubblicitaria.


E' inoltre curioso osservare come nella versione 2001 'romanzo' Arthur Clarke descriva esplicitamente la hostess come una bella ragazza di origine orientale:
Soltanto l'incantevole piccola hostess sembrava completamente a proprio agio alla sua presenza. Come Floyd scoprì ben presto, veniva da Bali, e aveva portato di là dall'atmosfera terrestre una parte della grazia e del mistero di quell'isola ancora in vasta misura non contaminata dal progresso.
Uno dei ricordi più bizzarri e più incantevoli di tutto quel viaggio doveva essere la dimostrazione che ella gli diede, con gravità zero, di alcuni classici movimenti di danze balinesi, mentre sullo sfondo si scorgeva la bella falce azzurro-verde della Terra che andava allontanandosi.
Clarke avrà ispirato il casting o si sarà fatto ispirare da una visita sul set? Comunque sia, dopo aver lasciato il mondo del cinema, la Carroll aprì nel 1980 un negozio di articoli femminili e per l'infanzia che porta tuttora il suo nome, a Covent Garden (Londra).

* * *

Prima parlavamo della scena di judo che si intravede in TV: l'arbitro è interpretato da Douglas Robinson, stuntman e attore.



I Robinson erano una famiglia di famosi wrestler: il padre e il nonno di Doug erano stati campioni del mondo. Insieme al fratello Joe, Douglas aveva insegnato a Honor Blackman le mosse di judo che la bionda attrice avrebbe mostrato nello storico ruolo di Pussy Galore in 007 Missione Goldfinger.



Rimanendo sul judo, in seguito alla mia visita all'Archivio Kubrick ho scoperto che a interpretare le judoke (plurale di judoka, spero si dica così) sono state due donne, ovvero Anne Blessed and Jennifer Sanders (non sono riuscito a scoprire se fossero atlete professioniste o stunt-women).


Ho lasciato per ultima la hostess seduta che sta guardando l'incontro di judo e succhiando il cibo "spaziale": si tratta dell'attrice e modella Penny Brahms, nata nel 1951, e quindi a malapena quindicenne quando si girarono le scene a bordo dell'Aries (gennaio-febbraio 1966).


Penny appare in una dozzina di film e tv-movie dal 1966 al 1972 e in diversi servizi su riviste di moda dell'epoca, e nella storia di 2001 merita qualche paragrafo in più non tanto per il suo ruolo nel film, ma per la storia della sua vita, veramente da romanzo. Nel 1969, a soli diciotto anni, diventa la prima donna inglese ad aver effettuato un volo da sola su un piper da addestramento - dopo un solo giorno di scuola di volo, e pure pilotando scalza (!) 

Dopo il divorzio e la morte (in un incidente aereo) del primo marito, il playboy milionario Clive Raphael, la 19enne vedova Brahms scopre nel testamento che lui le avrebbe lasciato solo uno scellino e quattro sue foto... nuda. Ma si tratta di un falso realizzato dall'avvocato di Raphael; morale, Penny vince la causa ed eredita un milione di dollari dell'epoca (1972), mezzo milione di sterline.

A Penny questa disavventura non basta: si sposa prima con Kim Caborn-Waterfield (uno dei personaggi più in vista del jet-set londinese, attore e fantino, presunto amante della Principessa Margaret, importatore di armi nella Cuba della rivoluzione); e in seguito con David Lyons, un imprenditore petrolifero americano, che finisce nei guai con la SEC: i due scappano e cominciano una vita in fuga, per poi finire, dopo una sparatoria, catturati dalla polizia. Lyons finisce in galera, Penny è ormai dipendente da anfetamine, non riesce più a dormire, di notte risiede nella transit lounge all'aeroporto Kennedy a New York.


Senza un soldo, torna a Londra e si accompagna con Jeremy Scott, pubblicitario playboy, con il quale sopravvive scroccando pranzi e prestiti da amici facoltosi e spesso dormendo in una vecchia station. Da lì, siamo ormai nei primi anni '90, le cronache perdono le sue tracce.

Tornando a 2001, è da ricordare un gustoso episodio citato nel libro Moonwatcher's Memoir di Dan Richter (Guarda-la-luna, la scimmia-capo che abbiamo già intervistato in quest'articolo). Durante le sperimentazioni per trovare i costumi ed il trucco adatti per le scene dell'Alba dell'Uomo, Penny venne usata per le prove e, praticamente nuda, provano ad applicarle protesi per farla assomigliare ad una scimmia, così come avevano provato a fare con alcuni attori afroamericani prima di lei. Non mi meraviglio che i presenti si ricordino molto bene la scena, dopo tanti anni.

giovedì 27 febbraio 2014

La magnifica ossessione: Tutti i personaggi e interpreti di '2001' (parte 1)

Lo scorso agosto pubblicai un articolo che ebbe un certo successo (sopratutto tra il pubblico maschile, presumo) e che era dedicato alle attrici sconosciute di 2001; mi aveva sempre infastidito, infatti, il fatto che solo pochissimi degli attori e attrici che hanno partecipato al film avessero avuto il giusto riconoscimento, anche se bisogna comunque ricordare che Kubrick e la MGM non avevano obblighi contrattuali di nessun tipo che li legassero a inserire il nome di nessun attore, tranne quelli principali, nei titoli di testa o di coda; era prassi comune, all'epoca, inserire un numero minimo di nomi nei cosiddetti credits.

Anche la buona lista di attori pubblicata nel 2001 da un collaboratore di Kubrick, Anthony Frewin, che è stata ristampata in tutti i libri dedicati al film e a Kubrick pubblicati in seguito, mancava di diversi interpreti. Almeno tre di questi torti li ho già raddrizzati in precedenza (Chela CannonMaggie D'Abo e Judy Keirn) ma non era abbastanza: ho continuato a cercare tra vecchi libri, internet e qualche telefonata intercontinentale. Il famoso sito imdb.com non era d'aiuto, perché considera come definitiva la lista di Frewin.

Un contributo fondamentale l'ha data la mia visita all'Archivio Kubrick a Londra, dove ho potuto avere a disposizione tutti gli "ordini del giorno" (daily call sheets) del film, ovvero i documenti ufficiali di produzione distribuiti quotidianamente alla troupe per mettere tutti a conoscenza dei programmi di lavoro per il giorno successivo. In seguito ho quindi coinvolto il forum di appassionati Britmovies.co.uk, che ha dato un aiuto decisivo.

Sono quindi in grado di pubblicare per la prima volta una lista pressoché completa di personaggi e interpreti di 2001: Odissea nello Spazio (l'Archivio Kubrick mi ha dato il via libera per pubblicare queste informazioni). Per questo primo post mi limiterò a trattare, in ordine di apparizione, gli attori e le attrici identificati con sicurezza e che appaiono nel film a partire delle scene ambientate nello spazio, ovvero a bordo dell'Orion e della Stazione Spaziale, conservando per i successivi post della serie gli attori delle scene sulla Luna e a bordo della Discovery, oltre che i protagonisti del prologo L'Alba dell'Uomo (anche se in precedenza ho già dedicato un articolo a Dan Richter e Terry Duggan).

Questo articolo è dedicato a tutti i professionisti del mondo dello spettacolo che lavorano dietro le quinte e contribuiscono in modo quasi anonimo alla nostra magnifica ossessione. Ringraziamenti particolari ai ragazzi del forum Britmovies: Screencap72, Aged AD, Movie Dude e il suo bellissimo sito, Gerald Lovell, e Harry Fielder, che ha lavorato come comparsa in svariati film e che per un giorno ha camminato sulla Luna come controfigura per uno degli attori di 2001.


A bordo dell'Orion


Heather Downham è l'hostess che a bordo dell'Orion raccoglie la penna fluttuante nel vuoto;



William Sylvester è il Dottor Heywood Floyd (e fin qui ci siamo tutti);


Robin-Dawson Whisker e Hugh Bourne sono i due piloti dell'Orion (si vedono solo da dietro e sono due attori praticamente irriconoscibili, ma il forum thefoundry.co.uk ha ottenuto una 'soffiata' e li ha identicati con una fotografia da posizione frontale);



Jackie Poole e Robert Pearson sono la coppia che si intravede nel film trasmesso a bordo (Floyd ci dorme su).




A bordo della Stazione Spaziale


Le tre hostess che appaiono appena Floyd arriva a bordo le avevamo già individuate, ecco i link alle mie interviste: Maggie D'Abo, Chela Cannon, Judy Keirn;




Si conosceva da tempo l'identità di Miller, dei servizi di sicurezza: Kevin Scott;


Quando Floyd e Miller si fermano per la telefonata di Floyd a casa, Mike Stevens è l'attore che interpreta l'uomo con con la cartella in mano che passa di fianco alla cabina videotelefonica (identificato da britmovies);



Anne Barrass (Ann Barrass su imdb.com) è la hostess bionda che appare nello sfondo, alla reception della Stazione Spaziale;




Valerie Stanton è la hostess della Aeroflot;



James Beasley è il pilota russo della Aeroflot seduto a destra (identificato da britmovies);




La figlia di Kubrick, Vivian, interpreta la figlia di Floyd, 'Squirt';


Margaret Tyzack è Elena, la scienziata russa amica di Floyd;


Krystina Marr è la dottoressa Kalinin;


Maya Koumani è la dottoressa Stretyeneva;


Leonard Rossiter è il mitico Dottor Smyslov.