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giovedì 18 aprile 2013

Precursori (parte IV, ovvero "Hai visto il montaggio analogico")?

Nel libro che sto leggendo in questi giorni ho incontrato per la seconda volta una curiosità: in un film dei registi inglesi Powell & Pressburger del 1944, Un racconto di Canterbury, c'è una scena che ricorda fortissimamente 2001 : avete presente il famoso "stacco" osso/astronave (che poi è un satellite militare che trasporta delle bombe atomiche)?



Ok.

Adesso guardiamo i primi 3 minuti e 30 secondi del film di Powell & Pressburger.



Non è una novità (se ne era accorta la rivista Film Comment già nel 1995) però vista così fa effetto!


(A parte la bellezza della fotografia di questo film, che mi fa venire voglia di guardare qualcosa di questo celebrato ma poco conosciuto duo inglese.)

mercoledì 13 febbraio 2013

precursori (3)

L'articolo precedente di questa serie si concludeva con il parere di Kubrick su alcuni dei film di fantascienza che aveva visionato nella fase di pre-produzione di 2001: odissea nello spazio. Poichè si è detto spesso, e a ragione, che il cinema di fantascienza si divide storicamente in due fasi, prima di 2001 e dopo 2001, è il momento giusto di introdurre una rapida rassegna storica sul genere.

La fantascienza nasce praticamente con il cinema stesso: il famoso Viaggio nella luna di Georges Méliès (immortalato nel recente Hugo Cabret di Martin Scorsese) è del 1902, e la sua importanza tout-court non può essere sottovalutata, visto che si tratta di un lavoro che in soli 15 minuti introduce per la prima volta tecniche come la dissolvenza, oltre ai primi esempi di una certa sofisticazione del montaggio e - ovviamente! - degli effetti speciali.

 Viaggio nella luna (1902)

Nonostante ciò, per lunghi anni sono pochissimi gli esempi di film del genere che riescono ad uscire dall'anonimato, come già ricordato in precedenza. Uno di questi è La donna nella luna (Fritz Lang, 1929) che condivide con 2001 l'ambizione di anticipare il volo interplanetario come una cronaca documentaria. Tale osservazione assume importanza se ricordiamo l'intenzione dichiarata da Kubrick, in diverse occasioni, di fare di 2001 un "documentario mitologico".

 La donna nella luna, 1929 (fonte)

Un pò come in 2001, per La donna nella luna il regista Fritz Lang si avvale della consulenza dei migliori scienziati del tempo: Hermann Oberth, uno dei padri della missilistica, e Willy Ley, scrittore e sostenitore dell'esplorazione umana dello spazio. Il film è tecnicamente avanzato (vi si trova il primo esempio di conto alla rovescia e la prima presentazione dell'assenza di peso nello spazio) ma nonostante questi tentativi di veridicità,la vicenda risulta stucchevole e melodrammatica.

Per quanto riguarda i classici del periodo anteguerra esiste documentazione di giudizi precisi di Kubrick su almeno due film: il primo è La vita futura (Things to come, 1936) e il secondo è il classico Metropolis (1927).

Things to come, di Alexander Korda e William Cameron Menzies, condivide con 2001 la caratteristica di avere uno sceneggiatore d'eccezione: nientemeno che H.G. Wells, il famoso autore de La guerra dei mondi. Lo scrittore ebbe campo libero nella realizzazione del film, cosa all'epoca piuttosto inusuale; forse come conseguenza dello scontro con i registi e i produttori, il film ebbe - come 2001 - una lavorazione travagliata (scene girate e poi tagliate in fase di montaggio; colonna sonora scritta su misura ma poi troncata e rimaneggiata) ed è ricordato, oggi, sopratutto per delle impressionanti scene in cui si mostravano devastanti bombardamenti aerei di una immaginaria città britannica; scene che si avverarono, purtroppo, solo pochi anni dopo, con la Seconda Guerra Mondiale.

La vita futura, 1936 (fonte)

Kubrick vide il film su suggerimento del co-sceneggiatore di 2001, il famoso scrittore di fantascienza Arthur Clarke; la sua reazione fu decisamente negativa:
"Cosa stai cercando di farmi? E' l'ultima volta che vedo un film raccomandato da te!"
..parere confermato dall'assistente Anthony Frewin che ci ricorda come il regista avesse considerato il film
"politicamente semplicistico e moraleggiante, nonostante ne ammirasse gli effetti speciali".
Curiosamente, due giovani artisti che collaborarono alla realizzazione degli effetti di Things to come, ovvero Wally Veevers e Tom Howard, lavorarono, trent'anni dopo, proprio per 2001 (Veevers era già stato supervisore agli effetti speciali per Il dottor Stranamore e in un film di fantascienza inglese, La terra esplode, 1957.)
Per i curiosi, Things to come è visionabile integralmente qui.

Il secondo e ultimo film di fantascienza su cui Kubrick si esprime è il classico Metropolis, capolavoro del cinema muto, dello stesso regista di La donna nella luna ovvero Fritz Lang. Capostipite del genere di fantascienza con ambientazione urbana di cui Blade Runner sarà il degno epigono, il film è - secondo Kubrick, sempre nei i ricordi di Anthony Frewin
"nonostante la scenografia fantasiosa e la buona arte cinematografica, essenzialmente stupido".
 Metropolis, 1929

Per amor di completezza, è giusto concludere questo excursus con un ultimo film visionato e di cui abbiamo testimonianza, anche se solo in una fonte (la biografia di John Baxter): il micidiale Attack of the 50 Ft. Woman, del 1958, non uscito in Italia (ma di cui è uscito un remake nel 1993: Una donna in "crescendo".)

Per capire di che film si tratta basta vedere la locandina qua sotto. Mentre Arthur Clarke, che non aveva visto troppi film del genere ed era evidentemente di bocca buona, riuscì ad appassionarsi anche a questo, durante la proiezione Kubrick si limitò a rintanarsi nella lettura del suo giornale.


Giunti a questo punto si impone un nuovo riepilogo, così come abbiamo fatto nell'articolo precedente.
  1. Kubrick, cinefilo onnivoro e scrupoloso, vide, per prepararsi alla realizzazione di 2001, praticamente ogni film di fantascienza mai fatto, senza farsi mancare i più oscuri film giapponesi e i più ingenui rappresentanti del genere;
  2. Di nessuno di questi il regista newyorkese ricavò un'impressione particolare; di quasi tutti pensò che le tecniche usate fossero inadeguate o che non fosse stata data abbastanza attenzione alla trama, e dei pochi su cui si espresse rilevò alcune buone soluzioni tecniche ma scarso acume nella sceneggiatura.
Insomma, sembra che per il suo scopo - ovvero realizzare il "proverbiale buon film di fantascienza", come scrisse ad Arthur Clarke nel 1964 - e per sviluppare le necessarie soluzioni tecniche d'avanguardia, Kubrick abbia dovuto rivolgersi altrove. E' un "altrove" che esploreremo nei prossimi articoli della serie, e che comincia sorprendentemente molto vicino a dove Kubrick e Clarke stavano buttando giù le linee guida del progetto che sarebbe poi diventato 2001: a New York.

Fonti: Interviste extraterrestri, Isbn Edizioni, Milano 2006, p. XII; Walker, Taylor, Ruchti; Stanley Kubrick, Director: A Visual Analysis, W W Norton & Co; 2000, p.241; J.Baxter, Stanley Kubrick: la biografia, Lindau, Torino, 1999, p.243; Giuseppe Lippi, 2001: Odissea nello spazio, Dizionario ragionato, Le mani, Genova 2008, pp.17 e 63; Piers Bizony, 2001 filming the future, Aurum Press, 2000; Vincent LoBrutto, L'uomo Dietro la Leggenda, Il Castoro, 2008; p.282; G.Phillips, R.Hill, The Encyclopedia of Stanley Kubrick, Facts on file, 2002, p.306; R.Kolker, A cinema of loneliness, Oxford U.P., 2000, pp.7 e 72.

venerdì 1 febbraio 2013

precursori (2)

Tutti i buoni film hanno qualcosa in comune. A parte questo, rintracciare affinità è appannaggio esclusivo dei critici e spesso se le inventano. Alcune ipotesi critiche sono più plausibili di altre… tutti i grandi film si distinguono per il fatto di possedere qualcosa di unico e pertanto non possono essere messi in relazione ad altri; d’altro canto, un buon film deve normalmente essere ben scritto, ben interpretato, ben diretto e questo può forse dare la sensazione che i buoni film si somiglino. In verità, essi sono per molti versi differenti perché unici.
Facciamo finta di non avere letto questo monito che ci arriva direttamente da Kubrick in un intervista del 1980 con Vicente Molina Foix, e torniamo un attimo all'aneddoto ricordato da Alexander Walker contenuto nell'articolo precedente (qui il link per chi se lo fosse perso). C'è una spiegazione logica dell'interesse che Kubrick poteva avere già a fine anni '50 nel genere fantastico: nel 1956 la MGM aveva fatto uscire Il pianeta proibito, una delle poche pietre miliari del genere precedenti a 2001.

Il pianeta proibito (1956) - fonte: Wikipedia

Il pianeta proibito è la prima pellicola di fantascienza moderna realizzata da una major. Tradizionalmente il settore era stato dominato dai produttori indipendenti, che con mezzi limitati non potevano disporre di effetti, scenografie e anche attori all'altezza della situazione. Forbidden Planet fu un'eccezione. Girato in Cinemascope, con i migliori giovani attori della MGM e con gli effetti speciali di alcuni dei migliori animatori della casa di riferimento dell'epoca, la Disney, Il pianeta proibito elevò il genere ad un grado di rispettabilità che sicuramente influenzò la MGM nella decisione di finanziare 2001. (A chi ha visto il film vorrei anche ricordare, a mò di provocazione, che secondo le primissime stesure della sceneggiatura, il famoso HAL avrebbe dovuto chiamarsi Socrate ed essere un robot ambulante..)

Robbie (Il pianeta proibito, 1956) - fonte: Wikipedia

E' ormai evidente, visti i fatti citati, che l'interesse di Kubrick per il genere non fosse parziale o episodico, ma anzi sistematico, in perfetta anticipazione della maniacalità professionale del regista che si manifesterà in modo crescente futuro.

Per quanto riguarda 2001, sappiamo che un team di archivisti interno alla casa di produzione Polaris creata ad hoc per la realizzazione del film e coordinata da Roger Caras cominciò a rintracciare e procurare al regista tutti i film (e i romanzi) di genere usciti. Grazie ai ricordi e alle testimonianze dei vari interessati, è certo che Il pianeta proibito è in testa alla lista dei film che Kubrick visionò, oltre a Uomini sulla luna (1950), Ultimatum alla terra (1951), La cosa da un altro mondo (1951).

Di questi, Uomini sulla luna, prodotto dal precursore del genere George Pal, si segnala come quello tecnicamente più all'avanguardia (vinse l'Oscar per gli effetti speciali) e del quale mi piace segnalare lo schema di colori delle tute spaziali degli astronauti, che ricorda molto quelle che vedremo in 2001...

Uomini sulla luna (fonte)

Dalla visione di queste pellicole che impressione trasse Kubrick sullo stato dell'arte del genere? Lo possiamo sapere da un'intervista data dal regista a Renaud Walter nel 1968.
[...]  Che ne pensa dei film americani di fantascienza anteriori a 2001?
Nessuno ha avuto, credo, né il tempo né il denaro necessario per creare effetti visivi interessanti o per tentare di persentare in modo realistico sogetti di fantascienza. E dunque non penso che questa pellicola abbia molto a che vedere con quanto si era fatto in precedenza. Per me 2001 è più una storia mitologica che di fantascienza. Sembra che ci sia una buona dose di scienza nel film ma... per me le migliori opere di fantascienza sono quelle mitiche. 
Ritiene che un buon film di fantascienza debba essere necessariamente, come 2001, sostenuto da un grosso finanziamento?
Per alcune pellicole del genere non sono necessari grossi stanziamenti: sono quelle dove l'azione si svolge sulla terra e gli extraterrestri sono simili agli umani; il valore del film dipende allora dalla sceneggiatura. 
Ce n'è qualcuno che le sia piaciuto particolarmente?
Nessuno mi ha colpito tanto da considerarlo parte del grande cinema. Ne ho visti di veramente buoni ma non mi viene in mente nessun titolo.... 
[...] I film americani di fantascienza altro non erano che un modo indiretto di criticare l'"american way of life", un genere sviluppato a spese della "space opera".
E' così: la maggior parte di quelli che si chiamano i "buoni" film di fantascienza erano inchieste sociali cammuffate. Gli autori immaginavano talune forme estreme dei problemi contemporanei. Ma pochissimi erano interessati alle forme ultime dell'Intelligenza. 

[...] E' a causa di tutti gli artifici della scenografia che non apprezza particolarmente i film di fantascienza?
Il fatto di aver visto gli altri lavori mi ha fatto pensare che le tecniche esistenti non erano adeguate. Ma anche senza averli visti ed esaminando le tecniche usate, ci si rende conto immediatamente che non lo erano.
Poichè in diverse altre interviste Kubrick non si fa scrupolo di citare con dovizia di particolari film, anche oscuri o sorprendenti, che l'hanno impressionato, la risposta a queste interviste è significativa.

Una bella foto di S.K. del fotografo Dmitri Kasterine

mercoledì 30 gennaio 2013

precursori (1)

"Ci vorrebbero John Livingston Lowes e una vita di studi diligenti per rintracciare le fonti e le influenze di Stanley Kubrick nella realizzazione di 2001".
Antony Frewin, assistente di Kubrick per venticinque anni, non scherza quando evoca l'autore di un monumentale volume di seicento pagine di rivelazioni sulle origini, le influenze e le fonti usate da Samuel Coleridge nel celebre La Ballata del vecchio marinaio e per Visione di un Sogno. Non scherza perchè il regista newyorkese, quando si metteva in testa di affrontare un lavoro, lo faceva portando la definizione di completismo a livelli inediti nella storia della settima arte - e non solo quella.

Nel corso della preproduzione di 2001 : odissea nello spazio sappiamo che Kubrick dichiarò a Jeremy Bernstein, che lo intervistò tre volte in quel periodo, di aver visto
"praticamente ogni film di fantascienza mai fatto". 
Da un'altra dichiarazione di Kubrick sappiamo che 
"[all'epoca] andavo a vedere praticamente ogni film fosse in programmazione a New York".
 Kubrick sul set di 2001. Da LIFE

Una delle prime testimonianze rilevanti riguardo all'interesse di Kubrick per il genere fantascientifico viene da Alexander Walker, critico cinematografico e amico di Kubrick, che intervistò più volte per i suoi libri. Secondo Walker, che racconta un aneddoto che sembra risalire al febbraio 1959, al termine dei uno dei loro primi incontri il critico stava per congedarsi quando - era passata da poco la mezzanotte - notò alcuni contenitori di pellicole che alcuni corrieri stavano consegnano del montacarichi dell' appartamento di Kubrick nell'Upper East Side.

Dando un'occhiata ai titoli stampati sulle custodie, Walker notò che erano giapponesi, ma qualche parola qua e là forniva degli indizi: "Pianeta", "Nettuno", "Saturno".

"Sta per fare un film di fantascienza"? Domandò il critico. Kubrick girò sui tacchi "come un sergente che avesse sorpreso un suo soldato a fare un passo falso durante una parata", diede un'occhiata diffidente al giornalista e gli disse
"Per favore, stia attento a quello che scrive".
Potremmo pensare che Kubrick, comunque affascinato da tutti i tipi di tecniche cinematografiche, stesse semplicemente aggiornandosi sul panorama degli effetti speciali, o magari stesse già pensando ad un futuro film di fantascienza. Oppure, se spostiamo in avanti la datazione della scena descritta dal giornalista (come lui stesso sembra fare in un'intervista successiva: "in quell'epoca - erano i primi anni '60") possiamo anche supporre che Kubrick stesse già preparandosi alla preparazione de Il Dottor Stranamore, che avrebbe necessitato di diverse riprese con modellini ed effetti speciali nuovi all'esperienza del regista fino a quel momento. I film giapponesi all'epoca erano considerati con attenzione soprattutto dal punto di vista tecnico (il primo Godzilla, precursore del genere e rivoluzionario nell'aspetto tecnico, è del 1954 e venne distribuito nel mondo con grande successo di pubblico nel 1956 proprio da produttori americani)

Questo gustoso episodio appare però di difficile collocazione temporale: successivamente (in un libro del 1988) Walker dichiara che potrebbe essere avvenuto già nel 1957; ma il biografo di Kubrick John Baxter sottolinea che il regista non si trasferì nell'appartamento di New York fino alla metà degli anni '60; e che molti amici attribuiscono i lavori di ristrutturazione citati al periodo in cui Kubrick e Clarke stavano già scrivendo la sceneggiatura di 2001.

Se datassimo l'episodio in un periodo collocabile negli anni '60, la bobina con il nome "Neptune" che Walker si ricorda di avere intravisto potrebbe appartenere al film giapponese L'astronave fantasma (Invasion of the Neptune Men, 1961). Girovagando sul web, potremmo anche associare agli altri nomi ricordati da Walker altri film come Planet Prince (1958-59), Battle in Outer Space (1959), Gorath (1962; l'azione si svolge su Saturno, da cui forse il nome visto da Walker.)

 L'Astronave fantasma (1961) - fonte: Wikipedia

C'è un altro titolo che potremmo citare come probabilmente visto da K.: Gorgo, film inglese del genere "godzilliano" del 1961, coprodotto dalla MGM, in cui il protagonista è nientedimeno che William Sylvester, l'interprete di Heywood Floyd in 2001: odissea nello spazio.


William Sylvester, a destra, in Gorgo (1961).

Fatto sta che Kubrick era un autore che, quando si preparava ad un progetto, non badava a spese, e si preparava meglio di tutti: semplicemente cercando di carpire il possibile, ovunque e da chiunque, in modo vorace e sistematico, e migliorandolo nel percorso. "Non si sa mai da dove può venire una buona idea", diceva il regista del Bronx.

Negli anni successivi, questa tendenza sarebbe divenuta evidente e si sarebbe manifestata nel dilatarsi dei tempi tra la realizzazione di un film e l'altro, e sarebbe stata documentata spesso dalle testimonianze dei suoi collaboratori, che verranno spinti a superare i loro limiti dalla motivazione implacabile del regista di superare i limiti del proprio lavoro.



Nei prossimi articoli cercheremo di fare un excursus nel panorama dei film di fantascienza che precedettero 2001, e che sono state possibili influenze del capolavoro di Kubrick. Alcune saranno ben documentate da testimonianze dirette ed indirette; altre saranno non ufficiali ma troppo evidenti da negare; altre ancora ci appariranno divertissement utili comunque ad inquadrare il contesto artistico dell'epoca.

Infine, la confessione di un debito, uno tra i tanti: l'idea di questa serie è nata leggendo questo articolo... ma ancora prima, tanti anni fa (agosto 2002), scoprii questo. Mi vennero delle idee...

... ne parleremo nel prossimo articolo.

Fonti: Interviste extraterrestri, Isbn Edizioni, Milano 2006, p. XVII; a cura di S.Schwam, Making of 2001: A space Odyssey, The modern library, New York 2000, p.83, 251; Walker, Taylor, Ruchti; Stanley Kubrick, Director: A Visual Analysis, W W Norton & Co; 2000, p.361; Michel Ciment, Une recherche de l'infallibilité, Positif, Ottobre 1999, pag.37, ripreso in italiano in ArchivioKubrick.it; sulla stima dei film giapponesi cfr. un articolo di "Variety" del 1968 citato in Stanley Kubrick, Dino Audino, Roma 1999, pag.58; J.Baxter, Stanley Kubrick: la biografia, Lindau, Torino, 1999, p.241.

EDIT 31/1/13 corretta la datazione dell'aneddoto di Walker, aggiunta la citazione a Variety e il link al Web Archive.
EDIT 2/2/13 aggiunto link al secondo articolo della serie.
EDIT 5/2/13 correzioni ortografiche minori. aggiunta foto sul set.
EDIT 12/2/13 spostate le fonti in coda; spostato l'aneddoto di Walker dal post n.2.