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I read your description of the construction of the Space: 1999 lunar landscape model using the 7 foot by 8 foot base and spreading wet plaster and flicking the water ect could you please elaborate did you use wire mesh first how deep was the plaster? Was the technque used on the 2001 moon base similar? Did you mix several small batches and work on a small area at a time?But the main contribution of Liz Moore in 2001 was definitely the beautiful and eerie Starchild, that stares at us on the covers of books, CDs, DVDs, posters and billboards, and has become one of the most powerful and recognizable symbols of the movie.
Yes, Liz Moore, Joy Seddon and few others poured single buckets of fast casting plaster over a hessian/dulap? do you call it? set and then using 6 inch wallpaper brushes thrashed the wet plaster with random droplets of clear water causing myriad craters. Wire brushes were then used once the plaster had dried overnight to indent areas with tiny spike marks.
Stanley did not want him to look like a normal human child, but to have a more 'evolved' look, with a slightly bigger head. In the beginning it had to be a more complex puppet, with arms and fingers that could move, but then Stanley had the idea of surrounding it with a 'cocoon' of light, and finally decided that all he needed were eyes that could move. So I built glass eyes and a small mechanism using drives and bearings, with some selsyn motors that made them move sideways and slightly up and down.Douglas Trumbull recalls the making of the Starchild, again from Cinefex:
(Stanley) shot it through about fifteen layers of a special gauze, with about 40,000 watts of backlight - something like 4 big arc lights to rim-light it, and got this tremendous, overexposed glowing effect. This particular gauze - actually very rare, lady stockings from pre-war Europe - created a beautiful softening of the light, without making it unsharp. If you use a fog filter it makes the image unsharp because it's actually a piece of glass with diffusion on it. But with gauze, part of the camera lens is seeing right through it, without interruption, so it tends to scatter the light without really stopping it from being sharp. Stanley filmed a number of different moves on the Starchild - shots of it entering frame and sliding through frame and so on. Then I airbrushed the envelope that surrounded it onto a piece of glossy black paper, which was photographed on the animation stand and matched in movement to the model, also with a lot of gauze and overexposure.The ten seconds of the shot were actually made with eight hours of exposure: to achieve the effect of large depth of field and sharpness of the image the scene was filmed in stop-motion, three frames per second. The glowing effect was therefore obtained because of the long exposure time of each frame, so that the backlight seemed to penetrate into the sculpture.
The young operator who shot the scene (which was provided by Kubrick with an insect-repellent product, to prevent flies to pause on the sculpture during the long exposure times), did not know that the eyes were fixed in the orbits with wax or a similar material. Click after click of the various frames, hour after hour, that stuff began to melt. It seemed that the statue had begun to weep. The operator ran away screaming his lungs! Now that I think about it, maybe it was a devout Catholic.The original prop, which was thought lost, has resurfaced after Kubrick's death in the production materials that the director kept in his humongous archives, and is now part of the traveling exhibition of Stanley Kubrick Archives.
Ho letto la sua descrizione di come avete costruito il modello della superficie lunare di Spazio: 1999 usando una base rettangolare di un metro e mezzo di lato, e gesso fresco su cui far colare gocce di acqua. Questa tecnica è simile a quella usata in 2001?Ma il contributo principale di Liz Moore a 2001 fu sicuramente lo splendido Starchild, che sulle copertine dei libri, dischi e dvd, e nei manifesti e cartelloni pubblicitari, è diventato ormai uno dei simboli del film.
Sì, Liz Moore, Joy Seddon e qualche altro tecnico versavano secchi di gesso a presa rapida sopra una base di canapa e poi, usando pennelli da tappezziere larghi 15 cm, facevano cadere gocce d'acqua sul gesso ancora bagnato, formando miriadi di crateri circolari. Una volta che il gesso si era asciugato durante la notte, usavano poi delle spazzole metalliche per creare su alcune aree della superficie lunare dei minuscoli puntini per i crateri più piccoli.
"Stanley non voleva che sembrasse un bambino umano normale, ma che avesse un 'look' più evoluto, con una testa un pò più grande. All'inizio doveva essere un pupazzo meccanico più complesso, con braccia e dita animate; ma poi Stanley ebbe l'idea di circondarlo con un 'bozzolo' di luce, e alla fine decise che tutto quello che gli serviva erano occhi che si muovessero. Così ho costruito degli occhi di vetro e un piccolo meccanismo fatto di cuscinetti e trasmissioni, con piccoli motori che potessero muoverli lateralmente e leggermente in sù e in giù."Stavolta è il turno di Douglas Trumbull a ricordare i dettagli della ripresa del Bambino-delle-stelle, sempre da Cinefex:
"(Stanley) lo riprese attraverso quindici strati di una speciale garza, con circa 40.000 watt di retroilluminazione - qualcosa come 4 grandi luci ad arco per illuminarne il margine; ed ottenne questo splendido effetto di aura. Questa garza particolare - realmente molto rara, si trattava di calze da donna dall'Europa dell'anteguerra - creava un bell'ammorbidimento della luce, senza renderla imprecisa. Se si impiega un filtro per l'offuscamento esso rende l'immagine imprecisa, perchè si tratta di un pezzo di vetro che diffonde la luce. Ma usando una garza, parte delle lenti della camera riescono a vedervi attraverso, per cui la luce si distribuisce senza perdere la nitidezza [...] Per disegnare l'involucro che lo circonda usai l'aerografo su un pezzo di carta nera lucida, che fu fotografato sul banco d'animazione ed adattato al movimento della scultura, anche lui con molta garza e sovraesposto."I dieci secondi di durata della ripresa sono stati realizzati in realtà in otto ore di esposizione: per ottenere l'effetto di grande profondità di campo e definizione dell'immagine la scena non è stata girata come una scena dal vivo ma con il sistema detto stop-motion: tre frames al secondo. L'aura così particolare della scultura venne ottenuta proprio grazie ai lunghi tempi di esposizione di ogni fotogramma, per far sì che la retroilluminazione sembrasse penetrare nella scultura.
"Il giovane operatore che realizzava le riprese (che era stato fornito da Kubrick di un prodotto insetto-repellente, per evitare che mosche ed insetti si posassero sulla scultura durante i lunghi tempi di esposizione), non sapeva che gli occhi erano stati fissati con della cera o un materiale similare. Click dopo click dei vari fotogrammi, ora dopo ora, il materiale cominciò a sciogliersi. Sembrava che la statua avesse cominciato a lacrimare. L'operatore corse via gridando a pieni polmoni! Adesso che ci penso, forse era un cattolico osservante."Il modellino di fibra di vetro, che si riteneva perduto, è riapparso dopo la morte di Kubrick tra il materiale di produzione che il regista conservava nei suoi sterminati archivi, ed ora è esposto nella mostra itinerante degli Stanley Kubrick Archives (attualmente a Los Angeles).