Il sito di
Repubblica-Bologna dà stamattina la brutta notizia della scomparsa di
Gino Pellegrini, scenografo e artista 73enne che aveva lavorato a Hollywood e anche a
2001: Odissea Nello Spazio.
Su
Repubblica potete leggere un breve resoconto della sua carriera; in suo ricordo mi sembra giusto riproporre un'intervista del 2001 raccolta da
Federico Greco, uno degli autori di
Stanley & Us, già pubblicata
in precedenza dal mio blog (ho aggiunto io le ultime tre foto).
GINO PELLEGRINI, IL PITTORE DELLE NUVOLE
Sabato 21 Luglio 2001 - di Federico Greco con la collaborazione di Simone Odino
Gino Pellegrini,
scenografo, ha sessant'anni. E’ nato infatti a Lugo di Vicenza il 13
agosto del 1941. Verso la metà degli anni '60, dopo essersi trasferito
negli Stati Uniti per studiare alla Facoltà di Architettura
dell'U.C.L.A. e conseguire, alla Art Center School di Los Angeles, il
Master in Fine Arts, ha l’incredibile privilegio di trovarsi sul set di
2001: Odissea nello spazio. Ovviamente non poteva prevedere allora cosa
sarebbe diventato nel tempo quel film epocale, e anche oggi mostra una
semplicità e un'umiltà che confinano con la saggezza.
Abbiamo provato a chiedergli se voleva essere intervistato per il nostro documentario
Stanley and us Project,
ha gentilmente declinato dicendo che preferisce kubrickianamente
rimanere defilato nella sua cittadina. Ci ha concesso però qualche
minuto prezioso al telefono.
Quale fu il suo ruolo nel film?
Collaboravo
con Harry Lange, accreditato ufficialmente come scenografo, e con gli
altri due "production designer" del film, che in realtà erano scienziati
della NASA, Tony Masters e Ernie Archer.
Alcuni considerano Tony
Masters una sorta di co-autore del film, insieme a Kubrick, perché fu
lui a coordinare tutto il lavoro di realizzazione scenografica,
soprattutto per quanto riguarda la ricostruzione della navicella PanAm
Orion.
Qual era esattamente il suo compito?
Alcuni
dettagli della scenografia: dovevo ridipingere continuamente le nuvole
per il modellino della Terra vista dalla Stazione Spaziale. Era un
modellino di un metro per un metro e venti. Per ogni nuova inquadratura
Kubrick voleva che la vista fosse diversa, come se le nuvole si fossero
mosse veramente.
Uno dei dipinti usati per riprodurre la Terra in 2001 - forse uno di quelli dipinti da Pellegrini. (fonte: Douglas Trumbull)
Un esempio della sua incredibile meticolosità…
Sì. Un altro intervento fu sulle quinte della sequenza iniziale dell’Alba dell’Uomo.
Cioè?
Come
sapete Kubrick volle girare quella scena con la front projection, cioè
con delle diapositive proiettate sullo sfondo delll’inquadratura che
raffiguravano scene di deserto, come la Terra avrebbe dovuto essere
milioni di anni fa. Ma c’erano anche delle quinte di legno che servivano
a dare l’effetto della profondità. Per esempio nella scena del
leopardo, il masso vicino era un masso di legno costruito appositamente,
dietro il quale fu nascosto il guinzaglio che teneva il leopardo
legato. La corda poi fu anche cancellata fotograficamente [...] ... Altre quinte
presenti in quella sequenza che io disegnai simulavano dei cespugli.
Il
leopardo fu veramente l’unico punto debole di quella incredibile
ricostruzione, avvenuta in studio con un sistema detto Sinar, composto
di una proiezione frontale (invece di quella retro più diffusa
all’epoca) di diapositive 25x20 cm. su schermo catarifrangente della 3M
di 12x27 metri. Infatti quando il leopardo volge lo sguardo verso la
macchina da presa si vedono i suoi occhi brillare per la luce della
proiezione.
Ma di aneddoti sul film ne esistono
migliaia, e molti di questi vengono sapientemente raccontati in un
documentario che Channel Four ha mandato in onda qualche settimana fa.
Per comprendere fino a che punto Kubrick pretendesse il massimo dai suoi
collaboratori, basti ricordare quello che si diverte a ripetere John
Baxter nella sua biografia non autorizzata.
Sentite una delle vessazioni che Gino Pellegrini dovette subire sul set:
"
Gli
scenografi non lavoravano mai abbastanza in fretta. Kubrick era
convinto che i suoi collaboratori passassero la maggior parte del tempo a
chiacchierare e a bere tè e prese in considerazione l’idea di
installare un sistema di monitoraggio a circuito chiuso nascosto per
sorvegliarli, fino a quando i lavoratori più informati sulle regole del
sindacato britannico lo avvisarono che una mossa simile avrebbe
immediatamente provocato uno sciopero".
Oggi Gino
Pellegrini vive a Monte S.Pietro (Bologna), ed è titolare di un’azienda
che si occupa di scenografia, dove applica una preziosa esperienza di
lavoro maturata nel cinema americano. Oltre a
2001 ha lavorato per esempio ne
Gli Uccelli di Hitchcock
, Mary Poppins, West side story, e le serie televisive
Star Trek e
Il pianeta delle scimmie.
Se volete avere un assaggio delle sue incredibili capacità di creatore
di scenografie trompe l’oeil – e capire perché sia stato ingaggiato dal
regista più incontentabile della storia del cinema – visitate il
sito, virtuale e reale, di Persiceto, nella bassa bolognese. Ne scoprirete delle belle.
* * *
per saperne di più su Gino Pellegrini:
http://www.ilportoritrovato.net/html/Gino%20Pellegrini%20la%20Piazzetta%20degli%20Inganni.htm
http://ravennanotizie.it/main/index.php?id_pag=112&id_blog_post=48972
http://www.youtube.com/watch?v=uEQ1n9xYzwo
http://www.youtube.com/watch?v=y9iVGlL4hbs
http://www.trekearth.com/gallery/Europe/Italy/Emilia-Romagna/Bologna/San_Giovanni_in_Persiceto/photo657579.htm
http://www.amerigo1934.it/content/show/section/pellegrini